#Catania. Traffico internazionale di droga, sequestrati 110 chili di cocaina
Su delega di questa Procura Distrettuale i finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione di alcuni container provenienti dal Sud America trasportati dalla motonave Brussels presso il porto di Salerno e dopo il rinvenimento di 110 chili di cocaina hanno eseguito 3 provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti dei componenti un'associazione internazionale finalizzata all'importazione e al traffico di ingenti quantitativi di droga.
L'ingente quantitativo di cocaina purissima era contenuto in alcuni borsoni nascosti all'interno di un container carico di banane. Lo stupefacente era destinato al mercato siciliano e avrebbe fruttato alle organizzazioni criminali coinvolte almeno 14 milioni di euro. L'indagine coordinata da questa Procura e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catania, faceva emergere l'esistenza di un sodalizio criminoso formato da numerose persone, alcune delle quali in corso di identificazione, dimoranti tra Sicilia, Campania, Lazio, Sardegna, Spagna, Colombia ed Ecuador e dedite all'organizzazione di consistenti importazioni di cocaina sulla rotta Sud America – Italia.
Nei confronti dei principali artefici del traffico internazionale di stupefacenti, in ragione del grave quadro indiziario emerso e del fondato pericolo di fuga, sono stati emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia quattro provvedimenti di fermo dei quali tre eseguiti dalla Guardia di Finanza.
In manette Vincenzo Civale (cl. 1977, origini napoletane, quale detentore dei contatti diretti con i fornitori dello stupefacente operanti nel Sud America), Antonino Lupo (cl.1963, palermitano) e Antonino Ignazio Catalano (cl.1965, palermitano) quali principali committenti sia dei carichi già realizzati che di alcuni di quelli in fase di progettazione. Per un quarto soggetto di origini spagnole che spesso dimorava in Sud America il provvedimento di fermo non è stato eseguito in quanto lo stesso non si trova sul territorio nazionale. Le indagini sono state rese particolarmente complesse dal fatto che gli indagati agivano in più paesi tra Europa e Sud America.
In particolare Civale, seguendo le direttive del complice di origine spagnole, perfetto conoscitore delle dinamiche interne ai cartelli colombiani, si recava per alcuni mesi in Colombia per accreditarsi e conquistare la fiducia dei fornitori di cocaina. Durante la permanenza in Sud America, consapevole dei seri rischi per la propria incolumità fisica in caso di mancata realizzazione del progetto criminale, Civale aveva mantenuto fitti contatti con Lupo per stabilire le modalità più sicure per realizzare la spedizione dello stupefacente. Dopo frenetiche trattative e continui mutamenti di programma, alla fine del 2016 l'organizzazione, mediante un ignaro corriere internazionale, è riuscita a realizzare con successo la spedizione di un campione di 9 chili di cocaina, avente quale mittente un'impresa di Santa Marta (Colombia) e quale destinatario un'impresa etnea inesistente.
Particolarmente innovative le modalità attraverso le quali la cocaina veniva occultata. Attraverso uno speciale procedimento chimico, i mittenti colombiani riuscivano a celare la droga all'interno di carbone vegetale in polvere (oltre 40 chili). La sostanza, così abilmente confusa, sarebbe stata poi estratta con un ulteriore procedimento chimico che avrebbe richiesto l'opera di professionalità specifiche. Il buon esito dell'operazione, a detta degli organizzatori, aveva accresciuto la loro credibilità nei confronti dei mittenti colombiani, così aprendo definitivamente alla possibilità di un più significativo carico.
Infatti, venerdì 10 marzo gli arrestati hanno fatto arrivate 110 chili di cocaina nel porto di Salerno, dove ad aspettarli c'erano i Finanzieri del GOA di Catania. Il sodalizio, nei mesi antecedenti alla realizzazione dei carichi, aveva palesato capacità organizzative di rilievo e pur progettando come porto preferenziale di approdo Palermo, non escludeva il possibile arrivo di spedizioni a Livorno o Genova. Ieri i GIP di Palermo e Frosinone hanno convalidato i fermi di Lupo e Catalano, rintracciati nel capoluogo siciliano venerdì scorso, e di Civale, fermato a Frosinone.