#Catania. Riuso urbano, dibattito a Pedara sulla nuova legge
Ieri, nel pomeriggio, a casa Faro a Pedara, si è svolto un convegno Il recupero dei centri storici sul tema del riuso urbano.
L'incontro, inserito all'interno di Quadranti d'Architettura 2015, che si tiene a Pedara fino al 2 agosto, ha visto tra i relatori il deputato all'Ars Anthony Barbagallo, promotore della normativa regionale per il recupero del patrimonio edilizio storico che l'ha definita “una legge che rilancerà in Sicilia il valore economico e sociale dei centri storici”.
Al convegno hanno partecipato addetti ai lavori, amministratori locali e cittadini che si sono confrontati sulle opportunità offerte dalla disciplina di recente approvazione, delineando scenari di valorizzazione e riuso degli immobili all'interno di un quadro coerente e omogeneo.
“Le Soprintendenze, storicamente considerate luoghi del no – ha affermato l'assessore regionale ai Beni Culturali Antonino Purpura – dovranno aprirsi a un confronto costruttivo. L'idea è quella di istituire gruppi di lavoro con gli Ordini professionali, le Università, il Genio Civile”.
Tra le novità previste nella legge regionale c'è l'obbligo per i Comuni di dotarsi entro otto mesi di un nuovo strumento urbanistico attuativo, attraverso la redazione di un piano particolareggiato per i centri storici: un incentivo a velocizzare i lavori delle Amministrazioni coinvolte, a rischio di commissariamento in caso di inadempienza.
“Non è possibile impedire la demolizione di immobili senza valore – ha sottolineato Girolamo Fazio, componente della Commissione Ars Territorio e Ambiente e relatore del testo normativo – la vera novità è che il parere della Soprintendenza verrà reso su tutto il contesto, non più sul singolo progetto”.
I centri storici, tornano dunque all'attenzione dell'interesse legislativo: le occasioni di dibattito diventano fondamentali per far emergere punti di forza e criticità. “Non bisogna dimenticare – ha affermato il presidente dell'Ordine Ingegneri Catania Santi Maria Cascone – lo straordinario patrimonio di ricerca e catalogazione sui materiali e le tecniche costruttive dei centri storici, che può diventare valore aggiunto nell'adozione di piani particolareggiati”.
Linee guida comuni, manifestazione d'intenti che dovranno concretizzarsi in azioni programmatiche. Il decreto, ha sottolineato Paola Pennisi, presidente della Fondazione architetti di Catania, presente insieme al vicepresidente dell'Ordine Salvo Fiorito, offre spunti e indicazioni, occorre però una visione ancora più ampia. Si deve, secondo Pennisi, ripensare al centro storico come fulcro per le attività economiche, in cui trovino spazio sostenibilità e buona qualità dell'architettura.
Fulvia Caffo, soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Catania, durante il convegno, ha posto l'attenzione sulla necessità di chiarire alcuni aspetti contenuti nella norma, in particolare i concetti di incongruità e sostituzione che segnano il passo alla demolizione degli immobili e alla loro ricostruzione.
C'è stato spazio anche per ripercorrere il complesso iter parlamentare che ha portato all'approvazione del Ddl, a testimoniarlo Il presidente della commissione Ars Territorio e Ambiente Giampiero Trizzino, invece, ha sottolineato le criticità riscontrate lungo l'iter legislativo e si è detto soddisfatto del lavoro che ha visto coinvolte parti politiche trasversali. “Da ambientalista – ha commentato Trizzino – credo sia un testo che non aggredisca il territorio”.
Infine, il componente del Comitato tecnico-scientifico di Quadranti Alfio Zappalà ha affermato come il convegno ha messo in relazione il dibattito architettonico sul riuso urbano, con il quadro normativo di riferimento.