#Catania. Operazione contro il clan dei Carcagnusi, sette arresti
Duro colpo al Clan Mazzei, meglio noto come I Carcagnusi, i finanzieri hanno arrestato i reggenti della famiglia mafiosa e sequestrato le quote di una nota discoteca.
L'accusa per tutti è di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata a reati contro la persona e contro il patrimonio nonché all'illecita acquisizione e gestione di attività economiche.
Le indagini del GICO, su delega dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, hanno consentito di definire i nuovi assetti dei Mazzei, individuando i reggenti del clan che ne hanno mantenuto le redini durante il periodo di latitanza del capo indiscusso Sebastiano, Nuccio ‘u carcagnusu, e di altri affiliati.
Finiscono in manette Gioacchino Massimiliano Intravaia di 39 anni, Carmelo Occhione di 51 anni, Sergio Gandolfo di 51 anni, Cristian Marletta di 19 anni, Michele Isaia di 29 anni e Giuseppe Caruso di 29 anni. Inoltre, al trentenne Nunzio Fabio Tenerelli, cugino di Nuccio Mazzei, è stato contestato il reato di rapina aggravata perchè, il 30 giugno 2014, insieme ad altre sei persone non ancora identificate, ha assaltato, armi in pugno ed esplodendo alcuni colpi di armi da fuoco, un treno alla Stazione di Acireale per poi sottrare a una cinese uno zaino contenente denaro contante.
L'attività investigativa sviluppata dalle Fiamme Gialle, con il coordinamento della Procura della Repubblica, è stata avviata immediatamente dopo l'operazione Scarface per individuare la rete di protezione di Sebastiano Mazzei durante la latitanza e verificare i nuovi assetti di potere nell'ambito del gruppo mafioso.
Dalle indagini è stato possibile ricostruire il nuovo organigramma della consorteria mafiosa individuando compiti e responsabilità dei nuovi reggenti della famiglia.
Sono stati dunque delineati i rapporti di gerarchia fra i diversi appartenenti al clan, tutti posti in subordinazione rispetto al capo Sebastiano Mazzei, il quale, nonostante la latitanza, era riuscito a mantenere il controllo delle attività illegali per mezzo del cognato Gioacchino Massimiliano Intravaia (marito della sorella, Simona Mazzei), già tesoriere della famiglia.
“Altre due figure di spicco sono emerse dalle ricostruzioni delle Fiamme Gialle: Carmelo Occhione e Sergio Gandolfo. Il primo – spiegano dalla Direzione Distrettuale Antimafia – è divenuto il responsabile per le attività operative della famiglia (tra le quali estorsioni e rapine), controllando con le sue squadre in modo capillare la zona del Traforo, nel quartiere San Cristoforo, roccaforte della consorteria. Il secondo, invece, ha assunto il ruolo di rappresentante della famiglia interfacciandosi con i referenti degli altri gruppi mafiosi del territorio etneo”.
Peraltro, tali circostanze sono state confermate da più collaboratori di giustizia che hanno indicato nei due soggetti i referenti per la famiglia Mazzei nelle riunioni di mafia finalizzate alla spartizione degli affari.
“Ulteriore figura di riferimento – aggiungono dalla DDA – individuata è quella di Cristian Marletta che, in virtù della diretta discendenza di sangue dal nonno Santo Mazzei, si è, in più occasioni, arrogato diritti da capo clan, svolgendo direttamente azioni punitive e prendendo parte attiva nella gestione di alcune attività commerciali attribuibili a Nuccio Mazzei“.
In tale contesto, sono stati ricostruiti i nuovi investimenti della cosca come la nota discoteca catanese del 69 Lune Fashion Club, le cui quote il GIP del Tribunale di Catania ha disposto di sequestrare.
Aggiornamento delle 19.02 del 23 ottobre 2015
Su richiesta del sig. Vito La Macchia specifichiamo che a essere poste sotto sequestro sono state le quote della società Meta Harmony srl e della ditta individuale 69lune tramite le quali la famiglia Mazzei gestiva la discoteca.