#Catania. Aggressione a Bianco, Ardizzone: “Vittima di chi alimenta l’odio sociale”
Dopo la brutale aggressione della quale è stato vittima stamane il sindaco di Catania Enzo Bianco, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone esprime solidarietà non solo a titolo personale, ma anche dell'intero Parlamento.
“Ormai quotidianamente – afferma Ardizzone – c'è chi alimenta odio sociale contro la politica, esasperando il conflitto sociale.
I più esposti, in particolare, sono proprio i sindaci, che rappresentano il front-office della disperazione, tutti i giorni alle prese con i problemi della gente. Chi alimenta quest'odio è responsabile senza alcuna attenuante”.
Stamane intorno alle 8.30, in pieno centro a Catania, tra via Giuffrida e via D'Annunzio, il primo cittadino è stato aggredito con un un pugno in pieno viso. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha accertato che si tratta di un 49enne con disturbi psichici, in passato sottoposto per due volte a TSO, il trattamento sanitario obbligatorio. Nessuna premeditazione quindi. L'uomo è stato nuovamente sottoposto al TSO.
Solidarietà a Bianco dall'Associazione dei Comuni. “Che si tratti del gesto dissennato di un folle o meno -si legge nella nota- non possiamo che manifestare preoccupazione per l'ennesima aggressione subita da un sindaco, figura più di ogni altra vicina ai cittadini ed esposta a episodi del genere”.
Da Nello Musumeci, presidente della Commissione Antimafia dell'ARS, arriva “incondizionata solidarietà al sindaco di Catania Enzo Bianco per la vile aggressione subìta, che conferma ancora una volta come attualmente, più che in passato, i sindaci siano i soggetti più esposti e vulnerabili in questo drammatico contesto economico e sociale”.
“A nome mio personale e del PD siciliano, esprimo solidarietà al sindaco di Catania Enzo Bianco vittima di un episodio che, al di là delle circostanze specifiche, segnala un clima di tensione che troppo spesso supera i livelli di guardia -commenta Fausto Raciti, segretario regionale del PD. Purtroppo molti amministratori locali, dai piccoli centri alle grandi città, diventano un bersaglio sul quale scaricare tensioni e repressioni sociali di ogni natura. Comprendo bene che il nostro Paese, e la Sicilia in particolare, attraversano una fase complessa -conclude Raciti- ma non è con la rabbia che si supera questa situazione”.