#Caltanissetta. Colpo alla Mafia di Gela, 14 gli arresti
La Mafia di Gela era pronta a riorganizzarsi, le famiglie degli Emmanuello e dei Rinzivillo si erano avvicinate per dominare il traffico di stupefacenti. Ma il nuovo assetto criminale è stato scardinato dagli uomini della Squadra mobile di Caltanissetta e da quelli del commissariato di Gela.
Infatti, nelle prime ore di stamattina, è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere del GIP di Caltanissetta Lirio Conti, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, a carico di quattordici persone, di cui cinque già in carcere per altri provvedimenti, accusate a vario titolo di associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi e di detenzione continuata di stupefacenti. Altri tre soggetti, colpiti dallo stesso provvedimento, sono attualmente ricercati dalla Squadra Mobile.
I particolari dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, svolta in Procura a Caltanissetta, alla quale hanno partecipato il questore Bruno Megale, il procuratore capo della DDA Sergio Lari, il capo della Squadra Mobile e il Dirigente del Commissariato di Gela.
L'indagine, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta, iniziata nel 2012 ha svelato che in quel periodo alcuni affiliati ai clan, in procinto di tornare in libertà dopo un lungo periodo di detenzione, hanno ricevuto l'incarico di riorganizzare Cosa Nostra gelese e ricomporre le tensioni tra le famiglie Emmanuello e Rinzivillo.
Sono stati scoperti inoltre i canali catanesi dei Rinzivillo per il rifornimento di droga (cocaina, eroina, hashish e marijuana). Infatti, la cosca gelese aveva stretto alleanze con clan mafiosi catanesi, legati ai Carcagnusi e ai Laudani-Cappello, storicamente vicini alla famiglia santapaola.
A parte il canale catanese, le complesse indagini hanno mostrato come il gruppo si spostasse in tutta Italia per ottenere consistenti quantitativi di stupefacenti.
Inoltre, le indagini hanno consentito di scoprire come l'organizzazione mafiosa avesse la disponibilità di pistole, custodite illegalmente da diversi indagati.
Le indagini, i servizi di osservazione e la registrazione dei colloqui hanno avuto, nel tempo, anche l'importante riscontro delle dichiarazioni da parte di più collaboratori di giustizia che hanno permesso di completare il quadro indiziario a carico di gran parte degli odierni arrestati.