Beppe Severgnini e il destino delle rane
“Come può una città in una situazione del genere, in fondo alle classifiche italiane, produrre dei ragazzi così? E' un mistero che sto cercando di risolvere, perché i ragazzi sono ammirevoli, vivaci, curiosi, addirittura ancora più accesi dei loro coetanei settentrionali. Vai a Vicenza in un liceo strepitoso, ma vedi anche una città che è quarta o quinta in felicità, ricchezza e benessere. Perché le città che faticano per università, politica o nei lavori pubblici, nello stesso tempo producono loro? C'è qualcosa che non mi torna, vorrei parlare con i loro genitori…”.
Così mi risponde Beppe Severgnini, giornalista e scrittore, quando gli chiedo quale riflessione ispirano gli incontri con i ragazzi del Sud. Lui ha incontrato il giorno prima gli studenti di Bagnara Calabra, vedrà gli studenti di diverse scuole messinesi per poi conoscere i giovani catanesi, siracusani e palermitani.
Pienissimo il Salone delle Bandiere del Comune di Messina, dove lo raggiungo, che ha ospitato la presentazione del libro Italiani di domani. “Io ho rinunciato a un seggio sicurissimo al Senato, perché penso di essere più utile come scrittore e con le proposte che faccio. Il mio è un libro molto serio, che non mi sognavo nemmeno di riempire di ricordi. Propongo microrivoluzioni private in attesa delle grandi rivoluzioni pubbliche -ha spiegato l'autore durante l'incontro, promosso da Daniela Bonanzinga”.
“Sono molto soddisfatta del progetto -dichiara la libraia. Severgnini, oltre ad essere un personaggio è una persona intellettualmente molto onesta e ha cose da dire ai ragazzi”.
Una cosa è certa, Severgnini avrà pure tanto da comunicare ai ragazzi, ma neanche questi gliele hanno mandate a dire. Tantissimi i temi affrontati emersi dalla lettura di “Italiani di domani”. Dalle otto T proposte nel libro (Talento, Tempismo, Tolleranza, Totem, Tenerezza, Terra, Testa), alle differenze tra Nord e Sud. Non sono mancate le critiche, in particolare sulla proposta di un sistema educativo diverso, tacciato come troppo capitalista, o sulla opinabile idea che sia necessario alzare le tasse universitarie per diminuire il numero dei fuori corso universitari.
Le risposte del giornalista sono state puntuali, pur con una critica di metodo all'organizzazione degli interventi. “La recensione che avete letto è spiazzante -ha dichiarato Severgnini alla fine della lettura della recensione prodotta dagli studenti. Non so a chi rispondere. L'ha letta chi non l'ha scritta, complimenti e critiche sono state proposte insieme e ciò mi rende impossibile che io possa rispondere direttamente alle persone che le hanno poste”.
Simpatico a faccia a faccia tra Beppe e uno degli studenti Giuseppe, invitato al tavolo dei relatori per discutere sui temi quali la decrescita felice e le alternative possibili all'attuale economia di mercato, che ha reso meno impersonale il confronto tra gli studenti e l'autore.
“Si parla di decrescita felice, l'avrà proposta qualche signore che vive nella sua bella villa in campagna. Proporla a ragazzi di 18 anni mi sembra un disastro. Noi due non siamo assolutamente d'accordo, ma sei stato bravo ed eloquente -ha risposto Severgnini”.
Immancabili le domande con espliciti riferimenti alla politica locale e nazionale. “Proporrei tra le T di “Italiani di domani”, la T di Timone perché serve qualcuno che guidi la nave, altrimenti si va alla deriva -legge una studentessa, mentre un'altra ricorda la difficile condizione femminile”.
“Le vostre domande mi convincono di ciò che già sospettavo da un pezzo -risponde il giornalista. Ho la sensazione che molte donne non vogliano più partecipare a una corsa truccata. Di fatto siete enormemente svantaggiate. Una delle tante vergogne nazionali, ad esempio, è la firma di dimissioni in bianco imposta da alcune aziende, da usare in caso di maternità delle dipendenti”.
C'è tempo anche per una riflessione sui giovani del Movimento 5 stelle che Severgnini non identifica con l'italiano di domani del suo libro. “Non c'è stata selezione, sono stati scelti un po' a caso. Molti si riveleranno inadeguati. Tuttavia, non hanno rubato e non sanno rubare e questa mi sembra già una grande novità”.
L'incontro si chiude prima del previsto, il disordinato pubblico di studenti messinesi dev'essere sembrato troppo disattento all'illustre ospite che ha preferito terminare l'incontro.
“Ecco, se dovessi dare un titolo a questa mattinata, sarebbe Il destino delle rane -conclude Severgnini. Se questo Paese non migliora entro tre anni, è quello che ci aspetta. Questi animali se toccano l'acqua bollente schizzano via, ma se si trovano in acqua tiepida, cotte a fuoco lento, muoiono senza neanche accorgersene”.
Molti non saranno stati colpiti dalla crisi, altri invece hanno la forte sensazione di essere già cotti a puntino e forse Severgnini, incontrando i giovani d'Italia, se ne sta facendo un'idea grazie alla viva voce degli “Italiani di domani”.