Barcellona PG – Tentato omicidio di un ristoratore nel 2015: i carabinieri arrestano tre giovani
I Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto diretti dal capitano Lorenzo Galizia, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Messina, a carico di tre cittadini barcellonesi, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, detenzione illecita di armi, porto abusivo di arma e rapina con l'aggravante del metodo mafioso poiché commessi al fine di agevolare le attività illecite dell'associazione di stampo mafioso dei “Barcellonesi”.
La misura cautelare è stata applicata nei confronti del 31enne Chiofalo Salvatore e del 28enne Benvenga Santino, già detenuti dal gennaio del 2018 in relazione ad un'altra ordinanza cautelare emessa nell'ambito dell'operazione antimafia denominata “Gotha 7 e del 27enne Cannistrà Carmelo, già detenuto presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto perché coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti emerso nell'ambito dell'inchiesta denominata “Dinastia” eseguita nel febbraio del 2020.
L'odierno provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini svolte dai Carabinieri barcellonesi e avviate subito dopo il tentato omicidio, commesso il 30 maggio 2015 nei confronti di un ristoratore di Merì. I tre, secondo l'accusa, approfittando dell'oscurità della zona, si erano appostati nelle immediate vicinanze del cancello di ingresso dell'abitazione del malcapitato, tendendogli un agguato. Nella circostanza, mentre l'uomo stava facendo rientro nella propria abitazione a bordo della propria autovettura, in attesa della completa apertura del cancello carraio, veniva avvicinato da uno dei malviventi che tentava di aprire lo sportello della vettura. Pochi secondi, dove venivano esplosi numerosi colpi di pistola all'indirizzo della vittima. L'uomo fortunatamente rimaneva illeso poiché i colpi esplosi venivano attutiti dalla carrozzeria dell'autovettura. L'imprenditore, grazie ad una manovra repentina, riusciva a fuggire e salvarsi. I militari intervenuti nell'immediatezza dei fatti, grazie ad un meticoloso sopralluogo sulla scena del crimine, catalogavano e repertavano numerose tracce utili sia per gli accertamenti biologici che balistici. In particolare venivano repertati i bossoli calibro 9×21 ed alcuni mozziconi di sigaretta rinvenuti nella zona dove si erano appostati gli autori dell'agguato.
Alcune settimane dopo questi fatti, nel luglio 2015, nell'ambito di una indagine parallela, i militari barcellonesi e della sezione Anticrimine del ROS di Messina, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno rinvenuto, in un'abitazione abbandonata di Barcellona Pozzo di Gotto, un arsenale di armi e munizionamento, nella disponibilità della consorteria mafiosa dei Barcellonesi. In particolare tra le armi sequestrate vi erano anche due pistole calibro 9×21 dello stesso tipo utilizzato per il tentato omicidio.
In occasione del ritrovamento delle armi, all'interno della stessa abitazione sono stati rinvenuti anche alcuni indumenti e mozziconi di sigaretta che a loro volta sono stati repertati e sottoposti a sequestro.
Il materiale in sequestro è stato successivamente analizzato dal Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina che ha provveduto a svolgere le indagini balistiche, confrontando i bossoli rinvenuti sul luogo del tentato omicidio con le armi sottoposte a sequestro nel luglio 2015. L'accertamento consentiva di appurare che i colpi esplosi all'indirizzo del ristoratore erano stati effettivamente sparati da una pistola marca Astra Cal 9×21 che era stata rinvenuta, unitamente alle altre armi, nell'abitazione abbandonata di Barcellona Pozzo di Gotto.
Le indagini scientifiche sono proseguite anche con gli accertamenti biologici. In particolare sono stati estratti i profili di DNA dai mozziconi di sigaretta rinvenuti sul luogo del tentato omicidio e da quelli trovati all'interno dell'abitazione ove erano state rinvenute le armi. Grazie alla comparazione dei profili genotipici ottenuti con quelli di alcuni soggetti ritenuti all'epoca dei fatti sodali all'associazione mafiosa barcellonese si è potuto accertare che nei mozziconi di sigaretta rinvenuti sul luogo del tentato omicidio erano presenti i profili DNA appartenenti a Benvenga ed al Cannistrà. La stessa operazione tecnica veniva compiuta sui mozziconi di sigaretta e gli indumenti rinvenuti sul luogo del ritrovamento delle armi mediante i quali è stato possibile appurare che il DNA estrapolato apparteneva allo stesso Benvenga ed al Chiofalo.
Le indagini esperite, corroborate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno permesso di chiarire che l'associazione mafiosa barcellonese aveva la disponibilità di un arsenale e che le armi rinvenute e sequestrate erano state utilizzate per commettere vari delitti tra cui il tentato omicidio e la rapina oggetto della contestazione a carico degli odierni indagati.
Il G.I.P. del Tribunale di Messina, condividendo la ricostruzione operata dall'Ufficio di Procura, ha emesso l'Ordinanza di Applicazione della Misura Cautelare in Carcere a carico degli odierni indagati.