#Barcellona. Pestaggio a Gazzi, 4 ordinanze di custodia cautelare
A conclusione delle indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, i Carabinieri del ROS hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 4 soggetti, indiziati di appartenere alla temuta famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto e ritenuti gli autori del pestaggio avvenuto il 26 maggio 2016 all'interno del carcere di Messina Gazzi ai danni di un altro detenuto, ritenuto vicino al collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano. Alla base del gesto vi sarebbe il rancore nei confronti di quest'ultimo, che con le proprie dichiarazioni ha consentito l'arresto di numerosi esponenti del medesimo gruppo criminale mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto.
Aggiornamento delle 12.33
I militari della Sezione Anticrimine del R.O.S. di Messina hanno notificato oggi, presso le case circondariali di Palermo e Caltanissetta, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Marco Chiofalo (nato a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio 1993), CarmeloMaio (nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 9 settembre 1992, Mario Pantè (nato a Vittoria, in provincia di ragusa, il 16 dicembre 1970) e Sebastiano Torre (nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 3 marzo 1977). I quattro sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, aggravati dal cosiddetto metodo mafioso, poiché commessi per agevolare l'attività dell'associazione mafiosa, nel caso di specie, della famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Messina su richiesta dei sostituti procuratori della DDA Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, ricostruisce le responsabilità degli arrestati nell'aggressione avvenuta il 26 maggio scorso all'interno del carcere di Messina Gazzi nei confronti di Angelo Lorisco, che insieme al collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano, a Stefano Rottino e Tindaro Marino era stato arrestato il giorno precedente in esecuzione di una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Messina.
Il giorno dopo il suo ingresso nel carcere di Gazzi, Angelo Lorisco fu vittima di una violenta aggressione da parte di un gruppo di quattro detenuti, tutti indiziati di appartenere al clan barcellonese. La dinamica degli episodi è stata ricostruita dai carabinieri del ROS. Si è rivelato importante il contributo fornito dal personale della Polizia Penitenziaria presente al momento dei fatti.
Si è accertato, in tal modo, che intorno alle 14, al rientro dal passeggio, i detenuti del primo piano si erano insolitamente posizionati ognuno davanti alla propria cella, come in attesa di un evento che sarebbe accaduto a breve. Pochi istanti dopo, Marco Chiofalo, Carmelo Maio, Mario Pantè e Sebastiano Torre, dopo aver vanificato l'intervento dell'agente di polizia penitenziaria addetto al piano, che ha riportato a sua volta lesioni, avrebbero letteralmente trascinato Angelo Lorisco fuori dalla cella, picchiandolo brutalmente, senza che nessuno degli astanti intervenisse in difesa dell'aggredito.
Alla luce delle risultanze investigative, può sostenersi che l'aggressione a Lorisco costituisse una spedizione punitiva pianificata per colpire un soggetto reo, agli occhi degli esecutori, di essere legato al collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano, che con le proprie dichiarazioni ha dato avvio al processo di disarticolazione dell'associazione mafiosa barcellonese.
Pantè e Torre, sentiti nell'immediatezza dei fatti, hanno dichiarato di aver aggredito Lorisco perché era “il braccio destro di Bisognano”, che con le proprie dichiarazioni li avrebbe fatti “ingiustamente arrestare”. Maio invece, ha ricondotto la propria partecipazione alla spedizione punitiva a motivi di vendetta nei confronti del collaboratore di giustizia, ritenuto uno di degli autori della morte del padre, Alessandro Maio, la cui scomparsa fu denunciata nel 1993 a Terme Vigliatore. Il corpo fu rinvenuto nel 2011 nel torrente Mazzarrà su indicazioni dello stesso Bisognano. Le indagini del ROS proseguono anche su un secondo pestaggio avvenuto lo stesso giorno, del quale è stato vittima Stefano Rottino.