Assegnazione somme FSC: con appena 74 milioni Messina è la Cenerentola della Sicilia

Giunta Basile 2024 siciliansMESSINA. Nella ripartizione delle somme FSC, il Fondo di Sviluppo e Coesione, Messina è la Cenerentola della Sicilia, fatti salvi i 1.300 milioni destinati al ponte sullo Stretto. Le Città Metropolitane di Palermo e Catania hanno ottenuto oltre un miliardo di euro, quella di Messina meno della metà: 457.093.683,72 euro. In proporzione persino Gela, con i suoi 177 milioni per l'ospedale e un impianto di dissalazione ha fatto meglio.

Quello siglato tra il Governo Meloni e l'Esecutivo Schifani è il diciottesimo Accordo di Coesione e prevede una spesa nell'Isola di ben 6 miliardi 800 milioni, nei quali è incluso anche il miliardo 300 milioni destinati per legge al ponte sullo Stretto. Punto quest'ultimo, sul quale è bene fare chiarezza: con buona pace dei nopontisti, la somma non sarà sottratta alla Città Metropolitana di Messina ma sarà relativa alla quota delle amministrazioni centrali per i grandi interventi infrastrutturali come prevede la Legge di Bilancio 213 del 2023 all'articolo 1, commi 272 e 273: “La somma di un miliardo e trecento milioni di euro, destinata al ponte sullo Stretto sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione della Sicilia è imputata sulla quota afferente alle amministrazioni centrali”. Con la delibera 53 del 20 febbraio 2024, la Giunta Schifani ha approvato l'Accordo di Coesione, includendo un piano dettagliato di ripartizione dei fondi destinati a interventi in dodici settori chiave. Successivamente, il piano è stato trasmesso alle Commissioni ARS competenti (Bilancio e UE) per la revisione e l'approvazione finale. Da sottolineare che nel miliardo 300 milioni di FSC destinati al ponte dalla Regione Sicilia sono compresi anche oltre 20 km di metroferrovia da Contesse a Ganzirri e tutta la tangenziale nord dall'Annunziata a Granatari, zona quest'ultima nella quale attualmente insistono solo due strade per oltre 60.000 residenti: la Nuova Panopramica dello Stretto e la Litoranea.

Una grande occasione persa per Messina e il successo di Catania e Palermo

Messina Cenerentola della Sicilia, dicevamo. Il processo di programmazione per l'assegnazione di questi fondi è stato avviato con l'anticipazione disposta da una delibera del CIPESS, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, la 79 del 22 febbraio 2021, mirata al finanziamento di interventi in corso. Da allora, numerose delibere regionali (263, 292, 298, 367, 410, 422 e 617) hanno destinato le risorse FSC a diversi progetti ben prima della delibera CIPESS 25 del 2023.

Questo lungo processo di programmazione concertata ha visto le amministrazioni locali collaborare strettamente con le istituzioni regionali e gli organi di governo, inclusi i commissari per l'emergenza idrica e il . L'obiettivo principale è stato quello di definire e pianificare interventi strategici per i territori e includerli nell'Accordo di Coesione 2021-2027 per il finanziamento.

La capacità di negoziare, pianificare e programmare ha contraddistinto questa fase negoziale di oltre due anni, durante la quale i sindaci delle Città Metropolitane e i presidenti dei Liberi Consorzi hanno rappresentato la propria visione strategica collaborando strettamente con i singoli di riferimento. Questo approccio sinergico ha permesso di sviluppare una pianificazione integrata che rispondesse alle esigenze specifiche di ciascun territorio, garantendo che i progetti proposti fossero allineati con gli obiettivi di sviluppo regionali e nazionali.

Palermo.

Il risultato di questo lavoro intenso durato due anni è stato evidente: la Città Metropolitana di Palermo ha ottenuto oltre un miliardo di euro (1.197.231.000) con investimenti significativi nella città stessa per 944.826.585 euro e nei Comuni limitrofi (191.460.254,22 euro): un termovalorizzatore da 400 milioni a Bellolampo, lavori per le strade provinciali (oltre 73 milioni), il restauro di palazzi liberty, monumenti e teatri (più di 33 milioni) e un investimento di 30 milioni per il Polo logistico di Termini Imerese.

Catania.

Allo stesso modo, Catania ha ottenuto oltre un miliardo di euro (1.017.041.000,00), con investimenti di 768.479.924 euro per il solo Comune di Catania e 244.717.319 euro per i Comuni della città metropolitana. Tra le opere più importanti  il termovalorizzatore (400 milioni), la metropolitana (121 milioni), il depuratore consortile (74 milioni), i nuovi uffici giudiziari (oltre 40 milioni) e la realizzazione di un impianto pilota per microchip (19 milioni). Tutti fondi che vanno a sommarsi al più grande investimento approvato dalla Commissione Europea per un Hub tecnologico in Europa: oltre 5 miliardi dell'UE CHIPS ACT per la Silicon Carbide Campus di STMicroelectronics.

Nel resto della Sicilia.

Spicca per capacità progettuali anche il Comune di Gela, che riesce a ottenere 177 milioni per l'ospedale e per un impianto di dissalazione. I Liberi Consorzi di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, dando prova di una visione a lungo termine, hanno ottenuto 91 milioni di euro per costruire 3 impianti di rifunzionalizzazione e revamping di dissalazione a osmosi inversa dalla potenzialità di 200 litri al secondo.

Il fallimento di Messina.

E Messina? In netto contrasto, la Città Metropolitana di Messina ha ricevuto appena 457.093.683,72 euro: meno della metà rispetto a Catania e Palermo. Ancor più sconcertante è il fatto che al Comune di Messina sono stati assegnati poco più di 74 milioni, cifra inferiore perfino a quella ottenuta da Gela.
Tra le opere comunali per il capoluogo peloritano risultano 19 milioni per il completamento del porto di Tremestieri (opera commissariata il cui completamento è stato voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini), gli interventi proposti dal Commissario per dissesto idrogeologico (44 milioni) e altri due definanziati dai fondi FSC 14-20 per Forte Gonzaga e l'asilo nido di Sperone per un totale di 5 milioni e mezzo di euro. In sintesi, l'amministrazione Basile non ha ottenuto nulla e anche il Comune di Taormina, amministrato da Cateno De Luca, risulta non pervenuto.

Le ragioni di questa débâcle sono diverse, a partire dalla mancanza di visione strategica. Anche la capacità da parte dell'amministrazione locale di rappresentare efficacemente gli interessi del territorio è stata evidente. Mentre i sindaci di Catania e Palermo si impegnavano attivamente nei tavoli decisionali, Federico Basile, sindaco di Messina scelto da De Luca  dopo le proprie dimissioni per tentare la scalata a Palazzo d'Orleans, non ha negoziato nuove risorse, facendosi sfuggire quasi un miliardo di euro di fondi che avrebbero potuto trasformare la città.

La differenza è evidente anche nelle dichiarazioni: soddisfatti i sindaci delle Città metropolitane di APlermo e Catania Roberto Lagalla ed Enzo Trantino, mentre Basile si giustifica dichiarando che: “Il motivo di questa disparità bisognerebbe chiederlo al Governo e non a me”, ammettendo di fatto la propria assenza durante l'iter di programmazione dei fondi in atto da oltre due anni.

A pagare lo scotto di questa mancanza di leadership sono anche per i Comuni del Messinese, visto che più della metà risultano assenti nell'Accordo di Coesione. Ma in un periodo di grandi investimenti cruciali per il futuro della Sicilia, la figura del sindaco dovrebbe essere sinonimo di autorevolezza e capacità di mediazione nei tavoli regionali e nazionali per garantire risorse vitali al proprio territorio. A Messina, invece, accusa l'opposizione, da anni una politica di urla nelle piazze in clima di perenne campagna elettorale tra tagli di nastri, inaugurazioni e dichiarazioni di “magnifiche sorti e progressive” che però non promettono nulla di buono proprio a causa dell'assenza di programmazione da parte di questa Giunta, che ancora vive del lavoro di intercettazione di fondi da parte della precedente amministrazione, nella quale a gestire questa delega era dell'assessore Carlotta Previsti. Assessore che, non a caso, a febbraio dell'anno scorso non partecipò alla presentazione del PN Plus '21-'27 da 222 milioni (dato per certo anche se ancora la città non ha visto un euro) e si dimise subito dopo trincerandosi dietro un silenzio assordante che dura da allora. Le sue competenze rispetto alla pianificazione e alla programmazione della progettazione europea sono state assegnate al direttore generale Salvo Puccio invece che a un assessore e i risultati di questa scelta sono evidenti.

L'assenza di un'amministrazione forte durante i processi di negoziazione e pianificazione strategica, diversamente da quanto successo a Palermo e Catania, di fatto ha privato Messina di progetti infrastrutturali, culturali e sociali fondamentali. Il risultato di questo vuoto amministrativa è devastante: per i prossimi 10 anni Messina resterà senza i fondi necessari per avviare progetti di sviluppo essenziali e mentre altre città siciliane prospereranno grazie a una leadership forte e autonoma, ancora una volta sarà Messina a pagare sulla propria pelle il prezzo di scelte politiche che, stando ai numeri, appaiono nettamente errate.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.