Arte. Il ritratto di donna Franca Florio eseguito da Giovanni Boldini torna a Palermo

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Un dettaglio del ritratto di Boldini

PALERMO. Dopo alterne vicende il celebre ritratto di donna Franca Florio eseguito da Giovanni Boldini e simbolo della Belle Époque torna nella propria , a Villa Zito, in occasione delle iniziative di Palermo Capitale della Cultura . La mostra Il ritorno di Donna Franca Florio, e le iniziative correlate verranno presentate ai giornalisti nel corso della conferenza stampa, venerdì 16 marzo alle 12 all'auditorium di Villa Zito. Sempre il 16 marzo, ma alle 17, avrà luogo l'inaugurazione della mostra, che sarà aperta al pubblico fino al 20 maggio.

“Il ritorno del capolavoro di Boldini ha un forte valore simbolico –dichiara Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia – non solo perché coincide con questo anno di rinascita, ma anche perché rappresenta l'abbraccio della città a una donna straordinaria e mai dimenticata come Franca Florio, che abbiamo voluto celebrare anche attraverso una serie di iniziative collaterali. Ci rende particolarmente orgogliosi, peraltro, il fatto che le ricerche preparatorie per la mostra siano state raccolte in un volume di Electa, il primo libro dedicato a una sola opera di Boldini”.

Boldini Franca Florio Sicilians“La mostra – spiega il curatore Matteo Smolizza – risolve un mistero durato oltre 100 anni: la tela oggi esposta è infatti l'unico ritratto boldiniano di donna Franca Florio, terminato nel 1924 e sotto il quale giacciono la prima stesura, realizzata dal pittore a Palermo nel 1901, nel quale donna Franca appare in piena e quasi impersonale eleganza, e una intermedia databile intorno alla I Guerra Mondiale, che la rappresenta invece con accentuata sensualità e che – a lungo ritenuta prima versione dell'opera – ha dato il via a una serie d'interpretazioni maliziose sulla gelosia di don Ignazio Florio e sul rapporto con Boldini”. Saranno presenti alla conferenza stampa anche il presidente del Comitato d'onore Leoluca Orlando, il presidente del Comitato di studio Vittorio Sgarbi con i marchesi Marida e Annibale Berlingieri, proprietari dell'opera.

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