Arte. La personale dell’artista russo Evgeny Antufiev al museo archeologico Salinas

EvgenyAntufiev mostra SiciliansPALERMO. Un dialogo ininterrotto tra archeologia e arte contemporanea. La personale di Evgeny Antufiev concepita appositamente per il museo archeologico Salinas si inaugurerà il 16 giugno a Palermo – nel cuore della settimana di apertura di Manifesta12. L'artista russo – che nel 2009, poco più che ventenne, ha vinto il Kandinsky Prize nella categoria “The young artist. Project of the Year” – espone per la prima volta in Sicilia. La scelta del Museo archeologico Salinas di ospitare When Art became part of the Landscape. Chapter I”, suona come un ulteriore passo in avanti, verso la distruzione del preconcetto che vuole uno spazio votato all'archeologia, “chiuso” ai linguaggi contemporanei. In questo caso, è importante la collaborazione con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, istituzione culturale privata italiana dedita al contemporaneo che per prima ha portato l'artista russo in proponendo una grande mostra nel 2013 e continuando a sostenerne la ricerca. In mostra una trentina di opere: dalle sculture in legno intagliato, alle fusioni, alle terracotte, tutte formalmente connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Tra di esse assume particolare rilievo l'iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri-anima col suo peculiare sguardo, declinando un' “invocata immortalità”, elemento fondante di tutta la sua ricerca artistica.

La mostra a cura di Giusi Diana è inserita tra gli Eventi Collaterali di Manifesta 12 e rappresenta un ideale collegamento con la precedente edizione: nel 2016 a Zurigo Antufiev, invitato dal curatore di Manifesta 11, Christian Jankowski, ha presentato una complessa installazione EternalGarden nella Wasserkirche presso l'Helmhaus e una scelta di opere al primo piano del Löwenbräukunst.

Il Museo Archeologico Salinas, il più antico dell'Isola, è la più importante istituzione museale pubblica dedicata all'arte greca e punica in Sicilia; e si è da poco tempo, aperto al contemporaneo. “Il presunto distacco tra l'arte del passato e quella del presente è solo una percezione erronea – spiega il direttore Francesca Spatafora – Come museo archeologico stimoliamo i visitatori ad abbattere questo pregiudizio ricorrendo allo sguardo di artisti contemporanei che aiutano a ridefinire il rapporto con le opere d'arte antica attraverso una sensibilità nuova”. La convinzione del Salinas è sostenuta dallo stesso Antufiev: “Solo la nostra ostinata volontà di voler scoprire una novità, di volerci sentire diversi da ciò che ci ha preceduto – interviene l'artista – ci fa credere che esistano un'arte antica e una contemporanea. Forse esistono artisti morti e artisti viventi […] ma l'arte è esattamente ciò che va al di là dell'artista, della sua semplice esistenza. L'arte, in fondo, è solo l'opera.”

L'intervento di Evgeny Antufiev all'interno del percorso espositivo del museo archeologico, vuole sottoporlo ad un'affascinante e stimolante verifica: la mostra è una particolare rivisitazione del concetto stesso di collezione archeologica, che diviene premessa ed estensione del lavoro di un artista contemporaneo. Secondo questa visione il museo archeologico diventa a tutti gli effetti uno spazio d'arte contemporanea, perché sono parole di Antufiev Noi siamo contemporanei di tutta l'arte che ha visto la luce e si è conservata”.

Il percorso espositivo si articola attorno al Chiostro Maggiore, sotto il portico e all'interno del giardino, per poi srotolarsi lungo l'intero piano terra, e nell'Agorà, appena inaugurata; con interventi in dialogo e in contrappunto con i reperti e gli artefatti del museo tra cui il complesso delle gronde leonine del Tempio della Vittoria di Himerae e la grande maschera della Gorgone.

Negli ultimi anni Antufiev ha esplorato la cultura della Magna e quella etrusca in Toscana, Lazio e Sicilia avviando un'interessante produzione di lavori in ceramica proprio in Italia – durante una residenza al Museo Zauli – sperimentando terre e cotture differenti, creando speciali patine interamente con materiali organici. Questi artefatti saranno presenti in mostra.

Le ceramiche così come le fusioni e gli oggetti in legno intagliato giocano invece con trame speciali: superfici ossidate e/o invecchiate, che evocano antiche scoperte e appaiono come un “dono” rinvenuto nel paesaggio, divenendo parte della natura stessa.

L'esito formale è assolutamente unico, intrigante e labirintico: le opere di Antufiev assumono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, ma inevitabilmente filtrate dalla cultura visiva della sua Siberia oltre che dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.

La mostra è organizzata dall'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana e dal museo archeologico Salinas in collaborazione con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

Evgeny Antufiev (Kyzyl, Tuva, Russia, 1986) vive e lavora a Mosca. Dopo gli studi all'Institute of Contemporary Art (ICA) di Mosca, nel 2009 vince il Kandinsky Prize nella categoria “The young artist. Project of the Year”. In questi giorni è impegnato nella Triennale del Baltico.

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