Arte. In esposizione a Catania le opere di Pablo Echaurren
CATANIA. Sarà inaugurata il 23 novembre alle 18.30, ma sarà aperta al pubblico dal 24 novembre al 14 gennaio al Palazzo della Cultura di Catania, la mostra di Pablo Echaurren – Soft Wall a cura di Francesca Mezzano. Alla cerimonia inaugurale saranno presenti il sindaco della città etnea Enzo Bianco, l'assessore Orazio Licandro, il presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo professore Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Lo slogan del maggio francese, La beauté est dans la rue può essere considerato il concept della mostra che, pur attraversando un percorso cronologico di tre decenni, non è una antologica bensì una rassegna a tema, incentrata sul costante dialogo che Pablo Echaurren intrattiene con le espressioni della comunicazione, percorrendo le vie di una ricerca tesa ad abbattere le separazioni culturali e allargare così le pareti dell'estetico oltre i confini istituzionali. Certe modalità espressive da graffitismo metropolitano, l'utilizzo vivace dei colori, l'arte come mezzo diretto di (contro) informazione, quel non distinguere tra l'alto e il basso sono elementi che anticipano la diffusione dell'odierna, cosiddetta street-art, e dunque consentono di considerare il pittore italiano come un precursore del genere. La mostra prende le mosse con un ciclo di lavori realizzati tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, in cui irrompe la storia contemporanea con la fine della guerra fredda. In queste opere, che ricordano la comunicazione iconografica del muro di Berlino, emerge uno scenario di graffiti metropolitani, cancellazioni di scritte, reperti fumettistici, emblemi e figurazioni allegoriche d'ascendenza medioevale, linguaggi e segni stereotipati del nostro sistema comunicante. “L'arte di Pablo Echaurren– spiega Francesca Mezzano, curatrice della mostra – nasce per parlare alla collettività. Lo fa senza steccati, sperimentando ogni forma espressiva possibile; usa il segno, la scritta, lo stencil, il lettering, la parola come linguaggio comune, annullando qualsiasi distinzione tra alto e basso, alla costante ricerca di una sintonia con la storia presente, con i suoi problemi, e le sue criticità nascoste allo sguardo comune. E lo fa esprimendosi sempre attraverso un immaginario vivo e incandescente, che possa tradurre un'istanza politica e morale in arte. Quella che lo stesso pittore ha definito la questione murale“. Enzo Bianco ha commentato così la mostra.“Con convinzione, sin dal mio insediamento quale sindaco della città di Catania, ho sostenuto il naturale e, oggi ancor più di ieri, necessario processo di internazionalizzazione della città e di crescita culturale, raccontando attraverso rassegne di arte visiva i mutamenti socio culturali della società per meglio comprenderne evoluzione e trasformazione. Un altro grande appuntamento nel prestigioso complesso monumentale, ex convento san Placido che valorizza la città di Catania è la mostra di Pablo Echaurren, che costituisce un tassello di questo mosaico e presenta una selezione di opere che testimoniano l'esigenza di dare forma a quella tensione critica sociale, intellettualmente lucida, tipica dell'artista, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e nuove forme di espressione. Facilmente raggiungibile la lettura delle sue opere; l'artista spazia in diverse direzioni, dai dipinti ai collage, dalle copertine dei libri e dei fumetti alle ceramiche, al video, ai testi, oltrepassando ogni barriera che di solito confinano l'attività creativa”. Il professore Emmanuele F. M. Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, che promuove e realizza l'evento, aggiunge “La mostra che qui presentiamo – ideale continuum della retrospettiva ospitata nel 2010 a Palazzo cipolla a Roma – conta oltre 150 opere, tutte accomunate da un dialogo costante e inevitabile con la storia presente, specchio e sintesi di una società irrequieta e della sua parabola umana, così come l'abbiamo vissuta negli ultimi quattro decenni. Echaurren è intimamente uomo contemporaneo e metropolitano: non si eleva al di sopra delle masse come un vate portatore della verità, ma partecipa attivamente e con passione – senza indossare colori politici né abbracciare alcuna ideologia – alla dialettica che nasce, si alimenta e si propaga spontaneamente per le strade, tra la gente, sui muri. Ed è proprio il muro – da qui il titolo di questa mostra, Soft Wall – il mezzo privilegiato attraverso il quale l'artista comunica il proprio messaggio: quello stesso muro su cui la società urbana scrive attraverso gli anni la propria storia diventa infatti protagonista della sua ricerca artistica, sia esso un muro soffice, fatto di tela, oppure un brandello reale di muro cittadino“. L'esposizione, infatti, comprende anche collage e mappe, ricordi di viaggi, di passeggiate psicogeografiche trascorse dragando sui muri urbani reperti cartacei, sticker, biglietti, brandelli memoriali che costruiscono paesaggi emozionali e mentali della moderna città attraversata da un'arte diffusa.