Ardizzone e le città metropolitane: i nuovi sindaci saranno eletti

Chi ha ipotizzato un doppio incarico per il sindaco Renato Accorinti si metta l'animo in pace.

Il presidente dell'ARS Giovanni Ardizzone, a Messina per presentare la nuova legge sui Liberi Consorzi Comunali e sulle metropolitane di Messina, Catania e Palermo è stato molto chiaro: “Non è detto che il sindaco della città di riferimento debba essere anche il sindaco della città metropolitana, perché ci sarà un'elezione democratica all'interno di un'assemblea che lo sceglierà”.

Nessun nome, sia chiaro, ma il riferimento ad Accorinti, come peraltro ai primi cittadini di Catania e Palermo Enzo Bianco e Leoluca Orlando, è molto chiaro.

E altrettanto chiaro è il messaggio per i dipendenti della Provincia Regionale di Messina: “Voglio rassicuravi -ha promesso Ardizzone-nessuno sarà licenziato anche se ci sarà una riorganizzazione degli ”.

Poi Ardizzone entra nel dettaglio della legge, costata un anno di battaglie all'ARS e passata con 62 voti su 90 nonostante il niet del centrodestra. “Siamo stati i primi in Italia a eliminare le Province -ha precisato il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana- ma il vero primato deve essere quello di dare ai cittadini e ai Comuni la possibilità di attirare risorse comunitarie attraverso nuove istituzioni”.

La legge attuale è solo una cornice che deve essere colmata di contenuti e come è nella migliore tradizione del Governo Crocetta c'è ancora da capire chi farà che cosa. “Non avrebbe senso attribuire alcune delle competenze dell'ente Provincia alla -ha aggiunto ancora Ardizzone. Quest'ultima deve esercitare un ruolo di programmazione fino a dove è possibile, ma deve dismettere le funzioni amministrative, che dovranno essere esercitate dai Consorzi dei Comuni e dalle città metropolitane. All'ARS c'è divergenza su questo punto perché il governo regionale pensa di attribuirsi delle ulteriori responsabilità amministrative, ma io non sono d'accordo”.

Accentratore come pochi, il presidente Rosario Crocetta vorrebbe infatti trasferire alla Regione Sicilia le competenze delle Province su strade, scuole e servizi sociali, giusto per citare i settori pià importanti, ma com'è nel suo stile non è detto che rimanga a lungo di questa idea.

All'incontro di ieri mattina erano stati invitati tutti gli 11 deputati di Messina, ma alla conferenza stampa hanno partecipato solo la grillina Valentina Zafarana, Pippo Laccoto (PD), Nino Germanà (NCD), Bernadette Grasso (Grande Sud) e Beppe Picciolo (DRS).

Ardizzone ha ringrazia tutti sostenendo che la norma “è stata spinta grazie pure alla partecipazione di tutti i parlamentari messinesi”, nonostante all'ARS il centrodestra al completo, compresi i messinesi, o l'ha bocciata o non l'ha votata.

Nonostante le poche certezze e i molti asoetti ancora da chiarire, la legge permette al presidente Crocetta di siglare accordi con la Regione Calabria grazie a Messina e Reggio Calabria, città metropolitane, ed è “una grande opportunità che consentirà ai Comuni di intercettare risorse europee”.

Tra gli argomenti affronttai a margine, inutile dirlo, lo scandalo della formazione che ha travolto il PD e il centrodestra messinese, anche se in pochi ricordano quest'ultimo dettaglio e si concentrano solo sulle sorti del Partito Democratico.

Molto diplomaticamente Ardizzone ha dichiarato che ”c'è un'inchiesta in corso sulla formazione che merita rispetto e una magistratura che lavora e fa il suo dovere. Bisogna essere garantisti fino in fondo, è un principio fondamentale della nostra costituzione”. E poi ha concluso: “Le inchieste servono però per fare chiarezza”.

Più chiaro, anche per forza di cose, Pippo Laccoto, unico esponente presente del PD visto che di Filippo Panarello e Franco Rinaldi non c'era nemmeno l'ombra. “Il partito non è fatto di singole persone -ha chiosato Laccoto. E' un insieme che si fonda sui principi ispiratori e sulle idee ed è su questo noi continueremo a fare politica, rilanciandolo”.

Domani pomeriggio si riunirà l'assemblea regionale del PD e Laccoto promette che il prossimo passaggio “sarà quello di dotarsii di tutti gli organismi previsti dallo statuto, che saranno costituiti subito dopo l'assemblea regionale. Oggi il partito ha bisogno di una guida forte capace di rappresentare le istanze”. Necessaria quindi “una gestione collegiale del PD che abbia il contributo di tutte le componenti e di tutti quelli che sono gli interpreti degli interessi del territorio”.

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