Anche la Giunta accanto ad Accorinti nella lotta anti TIR
Sessanta TIR in fila fermi sul cavalcavia. Stamane alle 7 è scattata la nuova ordinanza, quella firmata dal segretario generale Antonio Le Donne e lo stop ai mezzi pesanti è ripreso.
Il sindaco di Messina Renato Accorinti lo aveva promesso: “Questa è una battaglia di civiltà e non molleremo fino a quando i TIR non la smetteranno di passare da qui”.
Accanto a lui, come già nei giorni scorsi, attivisti del movimento Cambiamo Messina dal basso e anche numerosi cittadini. Più persone quindi, ma anche maggiore tensione. Accanto ad Accorinti, per la prima volta da quando il sindaco ha iniziato questa battaglia, la Giunta di Palazzo Zanca quasi al completo, visto che l'unico assente è l'assessore Iacaqua.
Sulla vicenda interviene ancora una volta il sindacato Orsa. “La vertenza sull'ordinanza anti TIR ha fatto venire allo scoperto gli storici poteri forti della città tutti pronti a scendere in campo per difendere l'interesse privato a scapito dei diritti dei cittadini -dichiara Michele Barresi, delegato regionale Orsa Trasporti. Alle zone grigie l'Orsa preferisce apertamente la bandiera colorata del sindaco Accorinti e sostiene l'amministrazione in una battaglia che non è una guerra santa ma è la legittima rivendicazione di un diritto sancito dalla Costituzione Italiana”.
E a chi parla di guerra ideologica l'Orsa risponde che “è un principio di civiltà teso a migliorare la qualità di vita di una città stabilmente all'ultimo posto della graduatoria nazionale”.
Del resto è lo stesso l'articolo 41 della Costituzione Italiana a sancire che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana , la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
“Quindi -ribadisce Barresi insiema la segretario generale di Orsa Sicilia Mariano Massaro- se c'è una posizione ideologica in questa vicenda è quella dell'armatore privato, che ne ha fatto una questione di principio non essendo storicamente abituato a incassare il no della collettività e non intendendo innescare un precedente adesso, costi quel che costi.
Questo è uno scontro senza precedenti per Messina. Non una guerra ideologica ma la rivalsa di una città che vuole liberarsi dalla costrizione del potentato politico-economico sostenuto da troppi servilismi spesso infiltrati nelle associazioni, nelle poltrone istituzionali e persino nel sindacato.
Fare un passo indietro adesso sarebbe arrendersi all'arroganza e confermare che la vita dei cittadini conta meno del profitto privato e si darebbe ragione alla sfrontatezza del presidente regionale degli autotrasportatori, che in durante il consiglio comunale aperto non ha usato mezzi termini per derubricare Messina a via di transito per i mezzi pesanti, di giorno, di notte e in qualsiasi ora propizia a incrementare il profitto di armatori e padroncini. Il parere dei messinesi per il signor Richichi è trascurabile”.
Secondo l'Orsa, se davvero il divieto di transito diurno dei tir in città comportasse un calo di produzione tale da obbligare, come ha dichiarato l'amministratore delegato di Caronte&tourist Vincenzo Franza, a licenziare 150 lavoratori fra dipendenti e indotto.
Dai dati in possesso del sindacato, per fronteggiare le esigenze dell'orario estivo Caronte&Tourist utilizza lo stesso personale impiegato in inverno, quando con i TIR la Cartour lavora solo di notte.
“Ciò dimostra -concludono Massaro e Barresi- che l'annuncio di licenziamenti di conseguenza all'ordinanza comunale corrisponde al consumato ricatto occupazionale volto a tenere sotto scacco l'intera città, oltraggiando la dignità del lavoro retrocesso a merce di scambio. La precisazione è doverosa per togliere ogni alibi all'armatore privato e a certo sindacalismo che usa i lavoratori come scudo per evitare di mettersi contro i poteri forti in opposizione al cambiamento.
Ecco perché in questa vertenza restiamo al fianco del sindaco, augurandoci che l'ordinanza sia solo l'inizio di una coraggiosa lotta per la dignità che in città non ha precedenti”.