Al via la XVII legislatura, prime impressioni dei messinesi
Si è aperta ufficialmente la XVII legislatura della Repubblica Italiana, ma per il momento nessuna nuova storia è stata scritta.
Come previsto il Parlamento si è mostrato spaccato, non riuscendo ad eleggere i presidenti dei due rami. Due votazioni alla Camera, tre al Senato, nessuna andata a buon fine. Il Movimento 5 Stelle ha votato compatto il proprio candidato, mostrando di non cedere alla possibilità di trattative. Il PD quindi ha iniziato a guardare verso nuovi possibili scenari e in serata si sono riuniti Bersani, Franceschini ed Enrico Letta.
Tanta attenzione oggi, in quello che molti hanno paragonato al primo giorno di scuola, ai comportamenti dei nuovi in Parlamento, soprattutto i grillini che restano l'ago della bilancia: dalle sedie scelte agli abiti indossati ai gesti simbolici, come l'apriscatole portato al Senato in onore di quanto detto da Grillo: “Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”.
La differenza rispetto alle legislature precedenti è immediatamente visibile, con un Parlamento ricco di facce nuove, molte delle quali giovani. Lo stesso Gianpiero D'Alia, neo eletto alla Camera dopo due legislature in Senato come capogruppo dell'UDC, twitta: “Tanti giovani e tante donne a Montecitorio, mi auguro che si possa lavorare esclusivamente per il bene del Paese #opencamera”.
Il neoparlamentare grillino messinese Francesco D'Uva invece, aveva descritto così qualche giorno fa l'emozione al primo ingresso a Montecitorio per i controlli: “Ho sentito la sicurezza di poter finalmente mettermi al servizio Vostro, del mio Paese, e questa volta senza delegare nessuno, ma soltanto attraverso il supporto e la forza che mi state dando ogni giorno e che spero possa continuare a crescere. Ho sentito che quella porta l'ho attraversata insieme a tutti Voi”.
Deputati e senatori sono convocati stamane alle 11 per riprendere le votazioni. Al Senato i primi due che risulteranno più votati andranno al ballottaggio, al quarto scrutinio quindi uscirà il nome del nuovo presidente.
Alla Camera invece, oggi il quorum si abbassa e per essere eletti sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (316), computando anche le schede bianche. Una maggioranza di cui il centrosinistra dispone abbondantemente.