Abolizione numero chiuso Medicina, proposta di Leanza (PD) discussa in Parlamento
PALERMO. Prima il via libera dall'ARS, adesso la discussione in Parlamento per abolire una prassi, quella del numero chiuso per accedere alla Facoltà di Medicina, che ha contribuito a mettere in ginocchio il Sistema Sanitario Nazionale ed è servita solo ad arricchire chi organizza i corsi preparatori. “Sono molto soddisfatto che il disegno di legge che prevede l'abolizione del numero chiuso in Medicina e nelle altre facoltà sanitarie sia in questi giorni in discussione in Parlamento -commenta Calogero Leanza, deputato ARS del PD e vicepresidente della Commissione regionale Sanità. Si tratta di una proposta che ho fortemente voluto e sostenuto, in quanto ritengo che il numero chiuso sia una barriera ingiusta e discriminatoria per i giovani che aspirano a diventare medici o professionisti della salute. Esprimo la mia soddisfazione nel constatare che un tema di così rilevante importanza stia ricevendo l'attenzione necessaria all'interno del Parlamento nazionale, così come emerso dal colloquio che ho avuto con il ministro della Salute Anna Maria Bernini. In particolare, mi preme sottolineare che il disegno di legge di cui sono primo firmatario, approvato all'unanimità dall'Assemblea Regionale Siciliana, è stato la punta di diamante con cui è stato rotto il muro del silenzio sul numero chiuso“.
In discussione l'abolizione del test di ingresso e una selezione dopo sei mesi di corsi universitari. “Questo sistema -chiosa Leanza- permetterebbe di valutare gli studenti in base al merito e alle conoscenze acquisite e non in base a una prova standardizzata e spesso composta da domande prive di senso logico. Spero che il disegno di legge di cui sono stato promotore e primo firmatario possa essere presto approvato anche a livello nazionale, per dare una risposta concreta alla forte domanda di medici e professionisti sanitari, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo. Sono convinto che l'abolizione del numero chiuso sia il primo passo fondamentale, insieme alla modifica dei criteri di distribuzione delle borse di specializzazione, con l'eliminazione del c.d. imbuto formativo, nonché la modifica dei contratti per i medici operanti nel settore pubblico, per porre un freno alla deriva del nostro sistema sanitario.”