A Palermo sequestro di patrimoni mafiosi per un milione di euro
Dopo i surgelati, si scopre la mano della mafia anche sul commercio di ortaggi e frutta. La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha posto sotto sequestro una società cooperativa del valore di oltre un milione di euro, riconducibile a Pietro La Fata commerciante di 81 anni. L'azienda, secondo gli investigatori, sarebbe “collettore di interessi mafiosi” al mercato ortofrutticolo del capoluogo. L'indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia.
Il ruolo di La Fata era già stato individuato nel febbraio scorso da un'indagine della DIA, che aveva poi effettuato un maxi sequestrato di beni per 265 milioni di euro. Si tratta di immobili, 13 aziende, rapporti bancari e finanziari che sarebbero stati controllati da cinque soggetti, tra i quali lo stesso La Fata. I cinque, ritenuti dall'accusa contigui alla cosca del quartiere Acquasanta, avrebbero monopolizzato le attività del mercato attraverso il controllo di vari servizi: facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale da imballaggio.
Il gruppo avrebbe esercitato pressioni anche per l'imposizione dei prezzi e delle forniture, eliminando ogni forma di concorrenza. Di Pietro La Fata aveva parlato un altro esponente di Cosa nostra, indicandolo come “uomo d'onore” dell'Acquasanta che assicurava “discrezione alle riunioni” tra boss di varie famiglie all'interno del mercato. Completata l'inchiesta, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale ha ora disposto il sequestro della società cooperativa.