#Palermo. Neonata morta tra i rifiuti, altri esami dopo l’autopsia
Eseguita l'autopsia sul corpo della neonata abbandonata ieri in un cassonetto dei rifiuti a Palermo. L'esame effettuato da un gruppo di medici legali pare non abbia fornito elementi sufficienti per determinare le cause della morte della piccola.
Necessari quindi esami più approfonditi per individuare i motivi del decesso, in un primo momento attribuiti a emorragia visto che la bimba è stata abbandonata con il cordone ombelicale ancora attaccato.
La madre, P. V., 30 anni, di Palermo, resterà all'ospedale Cervello almeno per questa notte, controllata dai carabinieri. L'accusa per lei è di infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale. La neonata era ancora viva quando è stata trovata ieri mattina da un clochard, ma la corsa in ospedale dei sanitari del 118 si è rivelata inutile.
L'inchiesta è stata affidata al PM Nino Di Matteo, che ha interrogato a lungo i familiari della donna, a partire dal cognato che l'ha accompagnata al Cervello quando la donna ha avuto un'emorragia.
La 30enne ha altri 3 figli e da poco si era trasferita a Gemona, in Friuli, con il marito, che è un ufficiale dell'esercito. Dalle prime dichiarazioni non sembra che la coppia abbia alcun problema né che la donna soffra di depressione. P. V. ha dichiarato di essersi accorta di aspettare un bambino solo 2 mesi fa e di non avere detto nulla ad alcuno.
Avrebbe partorito da sola e poi, pensando che la piccola fosse morta, se ne è disfatta abbandonandola in un cassonetto dentro un borsone e con accanto un lenzuolo e le forbici con le quali era stato tagliato il cordone ombelicale. Pentita del gesto, dopo un po' sarebbe tornata indietro, ma la vista del gruppo di persone accanto al cassonetto l'avrebbe spaventata e fatta tornare indietro.
Perquisita stamane anche l'abitazione della donna, ma pare non siano stati trovati indizi rilevanti per chiarire il caso. Il difensore della donna, l'avvocato Enrico Tignini, ha già annunciato che nominerà un consulente che dovrà pronunciarsi sulle condizioni psichiatriche della sua assistita.