Sbarrati tutti gli accessi alla Casa del Portuale
Sigillati con mattoni e cemento gli accessi della Casa del Portuale, sgomberata il 19 gennaio scorso dopo un'occupazione durata nove mesi da parte dei membri del Teatro Pinelli.
La struttura, dismessa da anni e di proprietà della Regione Sicilia, è sotto amministrazione giudiziale, che ha predisposto la chiusura dell'immobile.
Uno sgombero, quello di quasi due settimane fa, che ha destato più di una perplessità per la rapidità e la facilità con il quale si è svolto e ben diverso rispetto a quanto è successo invece quando gli attivisti del Pinelli sono stati obbligati a lasciare l'ex Teatro in Fiera, visto che in quell'occasione hanno inscenato una protesta che per diverse ore ha bloccato la zona nord della città.
Salvo poi, sempre il 19 gennaio, riuscire ad introdursi all'interno del teatro Vittorio Emanuele grazie a una finestra che sostengono di avere trovato aperta, modalità questa per la quale non risulta che ci siano state sanzioni di alcun genere tra i dipendenti dell'Ente Teatro di Messina. Così come nessuno sembra essersi chiesto come sia stato possibile che un gruppo di persone che non conosce l'interno del teatro sia riuscito ad arrivare al quadro comandi, ad aprire le luci del palcoscenico e il sipario e a far alzare la porta tagliafuoco, dando così prova di una conoscenza del posto davvero sorprendente.
Un'occupazione simbolica quella del Vittorio Emanuele durata meno di due giorni. Poi, sabato scorso, l'effrazione dei sigilli posti dopo lo sgombero del 19 gennaio grazie ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso dall'Autorità Giudiziaria e la seconda occupazione della Casa del Portuale.
Fino a quando, qualcuno che ha studiato, ha spiegato agli attivisti del Pinelli che un'azione del genere è un reato penale. Circostanza questa, che ha svuotato la Casa del Portuale a tempo di record.
