I profughi lasciano Palazzo Zanca e tornano all’Oasi
Dopo un'occupazione durata un'intera giornata, poco dopo le 23 i profughi che si rifiutano di tornare nella tendopoli allestita nel campo di baseball dell'Annunziata hanno lasciato Palazzo Zanca.
Le trattative del sindaco Accorinti con l'arcivescovo non sono andate a buon fine e i ragazzi, una cinquantina, sono tornati nella struttura gestita direttamente dalla parrocchia di San Gabriele, dove già hanno passato la notte scorsa.
Durante la conferenza stampa di questa mattina, iniziata con quasi mezz'ora di ritardo e solo dopo che i giornalisti presenti, stanchi di aspettare, hanno minacciato di andarsene se il sindaco Accorinti non si fosse presentato immediatamente, il primo cittadino ha confermato di avere inviato una decina di giorni fa alla Prefettura l'ordinanza di requisizione del villaggio turististico “Le Dune”.
Il documento è stato immediatamente girato al ministero dell'Interno, cui spetta dare il proprio consenso a questa ipotesi.
“Né la Curia né l'esercito hanno dato la disponibilità per ospitare i profughi -ha dichiarato Accorinti. Stiamo cercando di entrare in contatto con il ministro Kyenge tramite il suo segretario per sollecitare il via libera a “Le Dune”, ma non è serio che il ministero dell'Interno agisca così, senza dare una risposta”. L'amministrazione ha tentato di coinvolgere anche il ministro per la pubblica Amministrazione, il messinese Gianpiero D'Alia, ma il silenzio del Viminale, sottolineano gli addetti ai lavori, è piuttosto eloquente sul probabile responso.
Del resto, anche il pubblico ministero Ardita ha confermato al sindaco di Messina che il luogo indicato dall'amministrazione “è insanabile e deve essere abbattuto”. Un'ipotesi, quella della struttura turistica, bocciata da subito dal prefetto Stefano Trotta, che alcuni giorni fa, in un'intervista rilasciata al nostro giornale, ha ribadito che “Su questa struttura pesa una sentenza irrevocabile della Corte d'Appello di abusivismo e demolizione. Io mi batto tutti i giorni per il rispetto della legge e non potrei mai avallare una cosa del genere. Si parla di rispettare il PRG e l'ambiente e poi si fa così? Se io dessi il mio benestare, e comunque chi decide è il ministero dell'Interno, darei il messaggio devastante che grazie a dei malfattori sono state date delle risposte a un problema”.
E visto che l'ipotesi delle strutture militari è impraticabile o perché sono inutilizzate da talmente tanti anni che per rimetterle in sesto ci vorrebbe troppo tempo o perché ancora in uso al ministero della Difesa, resta da capire come mai l'amministrazione comunale si sia intestardita sulla requisizione de “Le Dune” quando la Curia ha la disponibilità in città di ampi spazi immediatamente fruibili.
In entrambi i casi si tratta di strutture private e quindi è difficile comprendere perché il no di un arcivescovo sia stato sufficiente per dirottare il tutto su un villaggio turistico che deve essere abbattuto e che per di più è molto lontano dalla città e con collegamenti pubblici quasi inesistenti.
La sensazione è che si navighi a vista, anche perché i tentativi con il Governo Letta fino ad ora sembrano andati a vuoto. Intanto, subito dopo la conferenza stampa dell'amministrazione comunale, la stampa ha raccolto le testimonianze dei profughi che hanno parlato tramite Ibrahim, il loro portavoce. Che ha raccontato delle difficili condizioni in cui vivono, accusando i gestori della tendopoli, un'associazione temporanea d'imprese, di non rispettare il capitolato d'appalto.
“Ci hanno dato vestiti leggeri inadatti a questo clima -spiega Ibrahim- il cibo è poco e non è buono, qualunque sia il problema di salute che abbiamo, curano tutto con un paio di farmaci (enterogermina e un antibiotico generico che alcuni dei profughi presenti hanno mostrato ai giornalisti, ndr), il medico effettua le visite tre volte la settimana e solo di sera. Molte persone si stanno ammalando. Viviamo in una situazione in cui nessun essere umano dovrebbe vivere. La pioggia degli ultimi giorni è entrata nelle tende e ci ha impedito di dormire e anche quando chiediamo chiarimenti dal punto di vista legale (anche questo è uno degli obblighi di chi ha vinto la gestione della tendopoli, ndr) non abbiamo mai avuto risposte. E poi in tutto il campo ci sono solo 3 bagni per 200 persone”.
Altrettanto grave è la denuncia rispetto ai 2,50 euro che spettano ogni giorno ai profughi per non essere totalmente privi di denaro. “Non ci hanno mai dato un euro -denuncia ancora Ibrahim. Ogni due giorni ci fanno scegliere tra una ricarica telefonica e un pacchetto di sigarette, ma non ci danno nient'altro”.
Giriamo immediatamente queste denunce alla Prefettura. “Nessuno ci ha mai presentato un reclamo ufficiale rispetto a quanto è emerso stamane in conferenza stampa -dichiara Maria Antonietta Cerniglia, il vice prefetto vicario. Tra l'altro nei giorni scorsi sono entrati nel campo sia l'Anolf che Save the Children e non ci hanno riferito nulla del genere. Ufficialmente non ci sono reclami, anche se prendiamo atto di quanto è stato dichiarato oggi. Quello che posso dire è che non è vero che ci sono solo 3 bagni, perché ci risulta che ce ne siano oltre 25 in tutto il campo e per quanto riguarda la pioggia entrata in alcune tende, sia ieri che questa mattina si sono recati sul posto i Vigili del Fuoco, cui spetta l'allestimento della tendopoli, per spiegare come chiudere le finestre delle tende ed evitare che entri l'acqua. Mi preme sottolineare che se i sindaci e tutte le altre istituzioni che abbiamo interpellato ci avessero dato delle alternative (a parte l'Università, ovviamente) il ministero dell'Interno le avrebbe prese in considerazione, ma non ce ne sono state e il PalaNebiolo prima e la tendopoli poi sono state le uniche possibilità rimaste. Tra l'altro, e questo al sindaco lo abbiamo fatto presente, chi si allontana dal luogo individuato dal Viminale, in questo caso la tendopoli dell'Annunziata, rischia di perdere il diritto a vedersi riconosciuto lo status di rifugiato e questo è bene che lo si sappia”.
Intanto domani mattina, su richiesta del sindaco Accorinti, l'ASP 5 invierà degli ispettori al campo profughi per verificare le condizioni igienico-sanitarie del posto.