Oldboy
Paese: U.S.A.
Genere: Drammatico
Durata: 104 minuti
Regia: Spike Lee
Spike Lee presenta finalmente il tanto atteso remake del cult del coreano Park Chan Wook del 2003, a sua volta tratto dal popolarissimo manga di Garon Tsuchiya e Nobuaki Minegishi.
Dopo una notte di ubriachezza molesta Joe Doucett, padre e dirigente pubblicitario di dubbio successo,è rapito e tenuto prigioniero dentro uno strano motel per ben 20 anni. Durante tutto questo tempo non riesce a scoprire nulla su chi lo abbia costretto lì o perché. Poi un giorno è inspiegabilmente liberato e scoprire chi sia stato il suo rapitore diventa la sua ossessione. Nella sua spasmodica ricerca si imbatte in una assistente sociale e in uno strano tipo che potrebbe sapere qualcosa…
Colpo a salve per il talentuoso regista statunitense. Il suo Oldboy è una buona pellicola, con dei momenti molto forti e difficilmente dimenticabili. Il tema principale è quello della vendetta ed è davvero ben tratteggiato.
Il processo evolutivo mentale del protagonista è perfettamente credibile e ogni minimo suo atteggiamento è riconducibile alla sua terribile esperienza e riflesso nella terribile forza e assenza di pietà nelle sue azioni. Accanto a questo lato, si sviluppa in parallelo ciò che ancora di umano rimane nell'animo di un uomo pur così segnato e anche questo viene fuori, nei brevi attimi in cui si ricollega ai suoi affetti ormai perduti o alla donna di cui si innamora.
Purtroppo però è nel creare questa miscela che Lee fallisce, perché entrambe queste tematiche fanno profondamente parte del protagonista è dovrebbero risultare tutt'uno, mentre qui il distacco è più che palpabile. Avrebbe avuto maggior successo se avesse cercato di mischiare acqua e olio.
Questa è la più grande differenza dal capolavoro di Park Chan Wook dove l'essenza del manga originale è rimasta ed è una costante. Il film per certi versi è ben fatto, ma non si eleverà mai oltre la soglia del compitino ben svolto, a dimostrazione che non sempre è sufficiente copiare e mettere il marchio Made with pride in U.S.A. per centrare il bersaglio, specie quando si tratta di comprendere a fondo la natura di un qualcosa che ci è estraneo, sia questo un oggetto, un evento, o la natura e il pensiero di un popolo. (S)consigliato a chi ha già visto l'originale.