Rischio default, tra certi e latenti ci sono 300 milioni di debiti

Guido Signorino
Il vicesindaco Guido Signorino

Il rischio dissesto incombe ancora, ma almeno si inizia a fare chiarezza sui conti di Palazzo Zanca. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo.

I debiti sono molti di più dei 78 milioni ostinatamente dichiarati dalla Ragioneria Generale del Comune di Messina e molti di meno dei 500 annunciati dall'ex commissario straoridnario Luigi Croce durante un incontro con i candidati a sindaco all'inizio di giugno, qualche giorno prima delle elezioni.

Il vicesindaco Guido Signorino, che ha la delega al Bilancio e allo Sviluppo economico, si è incontrato ieri a Roma nella sede dell'IFEL, l'Istituto per la Finanza e l'Economia , con il direttore scientifico dell'Istituto per la finanza e l'economia locale e responsabile Finanza locale dell'Anci Silvia Scozzese e con la dirigente Ivana Rasi.

“In primo luogo sono stati formulati apprezzamenti dagli uffici competenti per il lavoro di ricognizione svolto dalla Ragioneria Generale e dai dirigenti dei vari Dipartimenti in uno spirito proficuo e collaborativo -racconta Signorino. E' stato accertato che la massa debitoria dell'Ente è aumentata, passando da 78 a 98 milioni di euro, relativamente ai debiti certi, liquidi ed esigibili”.

Condizione quest'ultima, perché possano essere inseriti nel Bilancio. Per quanto riguarda poi i debiti delle società partecipate del Comune, Messinambiente e ATM in testa, si è ancora fermi alle cifre presunte.

Si parla di 40-50 milioni di euro “che si sta procedendo ad accertare in maniera più analitica e puntuale -chiosa Signorino. Nel complesso, sommando anche altre esposizioni, la situazione debitoria del Comune si aggira sui 180 milioni di euro, cui si aggiungono 120 milioni per i debiti cosiddetti latenti. Quest'ultima cifra richiederà ulteriori approfondimenti, ma nel complesso l'esposizione dell'Ente effettiva e potenziale si dovrebbe aggirare attorno ai 300 milioni.

Va detto comunque che una parte di essa è sottoposta a particolare attenzione e potrebbe non essere attribuibile all'Ente, ad esempio il lodo Torno. Inoltre, pur essendo impegnata nell'allineamento dei debiti e dei crediti verso le partecipate, l' comunale intende avviare una procedura per accordi transattivi con i creditori nell'ambito delle procedure del cosiddetto predissesto”.

La strada è ancora in salita e il rischio di dover dichiarare il dissesto non è ancora stato scongiurato, ma l'operazione-verità avviata dall'esecutivo Accorinti inizia a dare i primi frutti. Adesso bisogna solo attendere il responso finale, che dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno.

“Alla fine hanno avuto tutti ragione -commenta Tonino Genovese, segretario generale della di Messina. Il Ragioniere Capo, il commissario straordinario e tutti coloro che hanno espresso scommesse sui debiti del Comune. A questo punto, ci auguriamo che si chiuda l'esercitarsi sulle scommesse di quantificazione del debito e si passi a un serio piano di rientro del debito e alle scelte di natura organizzativa e contabile per il risanamento del Comune e per la garanzia dei servizi e di tutele occupazionali passando per un'equa distribuzione delle tasse a carico dei cittadini”.

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