RFI fa marcia indietro, l’Orsa sospende lo sciopero. Massaro: nessuna risposta sul passaggio ad un nuovo armatore
L'Orsa sospende lo sciopero del 5 aprile ma non abbassa la guardia. “Sarebbe da irresponsabili -dichiara il segretario generale di Orsa Sicilia Mariano Massaro- continuare a far finta di niente mentre l'impianto, numeri alla mano, si avvia verso l'abbandono dell'area dello Stretto di Messina”.
Sotto accusa la politica di RFI, la controllata del Gruppo FS che gestisce la rete ferroviaria ed il traghettamento, per le decisioni assunte in tema di compressione dei livelli occupazionali, tagli alla manutenzione delle poche navi ancora in uso e per quelle che l'Orsa definisce “le continue provocazioni e gli attacchi alla dignità professionale, che lasciano intravedere una tattica aziendale volta all'inasprimento del conflitto per spianare la strada alla dismissione”.
Ad alimentare la tensione l'assenza di smentite da parte dell'azienda rispetto ai rumors che parlano di un trasferimento del traghettamento, navi, strutture e lavoratori compresi, ad un armatore diverso da RFI.
“L'esperienza BluFerries -chiede Massaro- si appresta ad essere applicata anche nel traghettamento ferroviario? Da ferrovieri a marittimi con un colpo di mano? Intanto la dirigenza territoriale, dopo aver generato consapevolmente gli esuberi con la frettolosa operazione Blu-Ferries, si sbizzarrisce con la gestione fantasiosa dell'organizzazione del lavoro, comprime i diritti, gestisce ferie e permessi a proprio piacimento, promette sbarchi e sotto utilizzazioni del personale, minaccia di tagliare le indennità economiche degli equipaggi con l'utilizzo a terra del personale marittimo in procurato esubero, favorisce carriere politico-sindacali trascurando totalmente la meritocrazia, firma accordi con il sindacato e puntualmente smentisce se stessa. Insomma, roba da far rimpiangere il ragioner Ceci, che quanto meno ci metteva la faccia. I paradossi che evidenziano l'apparente schizofrenia della dirigenza territoriale si possono riassumere analizzando i fatti verificatisi dopo la sottoscrizione dell'accordo del 6 febbraio scorso, con cui l'azienda concedeva la rimodulazione dell'orario di lavoro da 8 ore e 10 minuti a 8 ore e mezza e la programmazione di corsi di formazione e familiarizzazione anche per utilizzare produttivamente la cosiddetta diciannovesima presenza che prima era coperta assorbendo giornate di congedo non espressamente richieste dal personale. In cambio di tali concessioni, l'azienda ha preteso l'attivazione “nel più breve tempo possibile, e comunque entro e non oltre il mese di marzo”, delle procedure per l'accesso al Fondo Straordinario di sostegno al reddito per accompagnare alla pensione i lavoratori che hanno i requisiti”.
Per l'Orsa, la logica conseguenza di questo accordo avrebbe dovuto essere l'attivazione degli strumenti necessari per mandare il personale in pensione, ridurre i costi e governare gli esuberi. “Invece si è verificato l'esatto contrario -spiega Massaro. Il sindacato chiedeva di attivare il Fondo mentre l'azienda porgeva l'orecchio sordo e nel contempo massacrava il personale con periodi di congedo imposto d'ufficio, utilizzazione a terra del personale imbarcato e per coronare il festival della follia, dopo aver inviato a tutto il personale una programmazione ufficiale dei turni, comprensiva della giornata eccedente, di secondo turno, destinata alla formazione, tentava di rimandare a casa il personale che in rispetto dell'ordine aziendale si presentava in servizio. In buona sostanza, è stato posto in essere tutto e il contrario di tutto per non risolvere nulla. Non vogliamo dar credito alle voci da piazzale che raccontano di una sigla sindacale impegnata a bloccare l'accesso al fondo straordinario per pressare l'azienda con il fine di concretizzare gli avanzamenti di carriere dei propri associati e risolvere positivamente alcuni provvedimenti disciplinari in corso, ma i recenti avvicendamenti in posti di responsabilità fanno affiorare il torbido e se dovessero essere confermate le voci di corridoio, sarebbe molto grave per l'azienda che si sarebbe dimostrata disponibile alle illecite richieste e per il sindacato, che avrebbe perso di vista il proprio ruolo di tutela di tutti i lavoratori”.
Durante l'ultimo incontro RFI si è impegnata a fare alcuni passi indietro in merito al il ripristino del turno pendolare, al pagamento delle presenze in più di secondo turno effettuate dagli equipaggi in rispetto della programmazione aziendale e il futuro sfruttamento di tali presenze a bordo per effettuare le manutenzioni (Squadra Decoro), al blocco del congedo attribuito d'ufficio che sarà organizzato attraverso la programmazione esibita dai lavoratori e in ultimo alla convocazione dei sindacati per il prossimo 11 aprile con l'obiettivo di attivare l'accesso al Fondo Straordinario e mandare in prepensionamento volontario i lavoratori che hanno i requisiti.
Da qui la decisione dell'Orsa di sospendere temporaneamente lo sciopero programmato per il 5 aprile, in attesa di verificare il mantenimento degli impegni assunti dall'azienda.