Il ponte non c’è più, adesso pensiamo al territorio

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Foto Corrado Speziale

“Oggi abbiamo vinto -ha gridato Gino Struniolo, storico esponente dei Noponte, in una Municipio magari non pienissima come in altre stagioni ma in cui c'è ancora parecchia gente “perché il ponte si è  accartocciato su se stesso. E' necessario però cambiare strategia. E' difficile manifestare quando si dà per scontato che un'opera non c'è più”.

E' stata una scommessa vinta quella della Retenoponte di Messina, che ha chiamato a manifestare contro una megaopera di cui sono rimasti solo faldoni di carte in giro per uffici pubblici e richieste di penali miliardarie su cui c'è più di un dubb

Un migliaio le persone che hanno sfilato per le vie di Messina. Sufficienti a ricordare a tutti che il ponte più lungo del mondo più che un manufatto è un processo capace di consumare ancora risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate per risanamento del territorio e la sua messa in sicurezza.

Ma anche per le piccole opere di prossimità, il rilancio dei  trasporti regionali e locali a disposizione di tutti.La manifestazione messinese è stata la prima di una serie di appuntamenti che vedranno il popolo che si oppone alle grandi opere scendere in piazza contro il  Tav in val di Susa e contro il Muos a Niscemi il 23 e il 30 marzo prossimi.No Ponte1

Delegazioni NoTav e NoMuos hanno infatti partecipato al corteo in riva allo Stretto. “Un filo rosso unisce tutti quelli che si oppongono agli ecomostri” dice Fabio, del comitato NOMuos di Niscemi. Un'alleanza che va allargata e consolidata”.

Accanto a loro c'erano i calabresi che si oppongono al progetto di un rigassificatore nel territorio di Rizziconi, i militanti messinesi che hanno dato vita all'esperienza del Teatro Pinelli Occupato e, naturalmente, i gruppi e le sigle che da quindici anni si battono contro i megacantieri.

Dalle associazioni ambientaliste (WWF, Italia Nostra, Legambiente) ai come SEL, Rifondazione Comunista e PCL. Presenti  in ordine sparso  anche  i circoli del PD con il segretario Peppe Grioli, che ha ricordato la proposta di scioglimento della Stretto di Messina spa che il partito di Bersani ha depositato in Parlamento.

L'impegno della Retenoponte, comunque, è di non smobilitare fino a quando non sarà definitivamente chiarito che il progetto è archiviato  e che ad Impregilo non deve essere corrisposta alcuna penale. Si tratta, secondo Gino Sturniolo, di  “trasformare questa lotta in una lotta  per la democrazia per un nuovo uso delle risorse  e per i beni comuni”.

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