Vertenza Triscele, si tenta la strada del rinnovo della CIG in deroga
Ovviamente del Piano Industriale della Triscele non c'è traccia, ma almeno questa volta la famiglia Faranda si è presentata in Prefettura. Nei giorni scorsi il prefetto Stefano Trotta ha incontrato in momenti diversi la proprietà ed i sindacati e la sintesi è che per evitare il licenziamento dei 41 lavoratori dello stabilimento di via Bonino si tenterà la strada del rinnovo della cassa integrazione in deroga.
Il tutto è stato messo nero su bianco durante l'incontro di stamane in Prefettura convocato da Trotta ed al quale hanno partecipato il Capo di Gabinetto Filippo Romano, Franco De Francesco direttore dell'Ufficio Provinciale del Lavoro, la famiglia Faranda con i propri consulenti, Enzo Cocivera della Cgil, Paola Zito ed Enzo Pulizzi della Cisl, Antonio Valastro della Uil ed una delegazione di lavoratori.
Questa mattina, l'azienda ha confermato di non essere in grado di presentare in tempi brevi il Piano industriale indispensabile alla concessione della Cassa integrazione straordinaria. La strada da percorrere è quindi quella di richiedere una proroga di 6 mesi di cassa integrazione in deroga durante i quali la proprietà dovrebbe, il condizionale è d'obbligo visto che i sindacati lo chiedono da anni, presentare il Piano industriale, evitando i licenziamenti, vagliando eventuali riorganizzazioni aziendali e favorendo l'attrazione di nuovi investimenti. La riunione è stata aggiornata alla prossima settimana per un nuovo incontro in Prefettura, durante il quale si dovrà verificarne se questo percorso sia praticabile.
“Oggi il tavolo prefettizio ha scongiurato l'avvio delle procedure di licenziamento per i lavoratori individuando un nuovo percorso che ora spetta alla famiglia Faranda accettare per il futuro non solo del personale ma di un'azienda storica per la nostra città -dichiarano Cocivera, Zito, Pulizzi e Valastro. La soluzione proposta oggi ci consegna altri sei mesi di tempo per approntare il Piano industriale, attrarre nuovi investimenti e verificare un' eventuale modifica della compagine societaria. Non dobbiamo dimenticare tra l'altro che ad oggi restano presso l'azienda circa 2 milioni di euro del TFR maturato dai lavoratori che, scongiurati i licenziamenti a fronte dei quali dovrebbero essere immediatamente corrisposti, potrebbero essere utilmente impiegati nella predisposizione del Piano industriale. Ci auguriamo che durante l'incontro della prossima settimana si concretizzi la proposta formulata oggi, anche perché è a costo zero per la famiglia Faranda”.