Vittorio Emanuele, a gennaio si riparte

Vittorio Emanuele conf. stampa4Con un cartellone che rappresenta “un grande sforzo da parte di tutti quanti” si riapre il sipario del Vittorio Emanuele, il teatro della città, cattedrale della cultura che fino a pochi mesi fa era data per defunta.

È stata presentata questa mattina la stagione di prosa per l'anno 2013, l'anno dei sacrifici ma anche del riscatto. “Un grande sforzo -sottolinea Maurizio Marchetti, da sei anni direttore artistico della prosa- fatto allo scopo di restituire al territorio il suo teatro. Ma anche il teatro ha bisogno del suo territorio”.

Parte dunque con un appello alla città la presentazione della nuova stagione. “Dobbiamo tutti continuare a credere nella missione culturale che il teatro di Messina rappresenta -dichiara il presidente dell'Ente Teatro Luciano Ordile- nonostante il periodo drammatico, nonostante l'ulteriore taglio del 22% alle nostre risorse”. Un taglio che lascia nelle casse del teatro 5.492.000 euro, contro i 6.962.000 dello scorso anno. E che, inevitabilmente, preoccupa il sovrintendente Paolo Magaudda. “Siamo in arretrato con i pagamenti, è vero -spiega. Ma non si tratta di un disavanzo, bensì di debiti dovuti alla mancata erogazione dei fondi regionali. I soldi ci sono, ma sono stati impegnati. Oggi paghiamo la colpa di essere stati troppo virtuosi in passato”.

Il Vittorio Emanuele riparte allora “con una stagione di dieci appuntamenti condensati tra gennaio e maggio -spiega Maurizio Marchetti- e con la presenza di spettacoli classici e di proposte meno tradizionali. Anche se, in questi tempi drammatici, avrei amato lavorare a una stagione di spettacoli puramente comici”. La stagione si aprirà il 9 gennaio, con Sogno di una notte di mezza estate, produzione del Teatro Stabile di Catania, con Leo Gullotta. Ancora Shakespeare, sempre a gennaio, con un Otello che porta a Messina Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni. “Ci sarà una forte presenza di spettacoli di derivazione cinematografica -spiega Marchetti. Avremo Eva contro Eva, con la regia di Maurizio Panici, Scene da un matrimonio, di Ingmar Bergman, diretto da Alessandro D'Alatri, The full monty, con cui il messinese Massimo Romeo Piparo riporta il musical nella sua città, e infine The elephant man, con Daniele Liotti e la regia di Giancarlo Marinelli. Oltre a Shakespeare, i grandi nomi della drammaturgia classica sono Luigi Pirandello con l'allestimento de Il berretto a sonagli di Sebastiano Lo Monaco e Nino Martoglio con L'altalena, che chiude la stagione, a maggio. Un cast di giovani attori porterà in scena I fratelli Karamazov, di Fedor Dostoevskij. Infine, spazio alla comicità corrosiva di Ray Cooney, con Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa, diretto da Gianluca Guidi.

“Non accetto critiche al lavoro di questo teatro -puntualizza con un filo di incoscienza visto il commissariamento dell'Ente Teatro disposto da Lombardo e confermato da Crocetta  il sovrintendente Paolo Magaudda- perché i dati parlano chiaro: 207 repliche nel 2012, con un impegno di 163 giorni e 109 messinesi impiegati a vario titolo. Ma quando a stagione inoltrata, con gli impegni già presi, ci tolgono 1.400.000 euro, cosa possiamo fare? Abbiamo dovuto sospendere l'unica attività ancora in vita, la musica. È stata una decisione sofferta, ma i 520.000 euro per il Rigoletto non li avevamo più”.

Però la stagione di musica, diretta da Lorenzo Genitori, ripartirà. Così promettono i vertici del teatro, che garantiscono anche la ripresa del teatro per ragazzi e soprattutto di Paradosso sull'autore, la stagione di drammaturgia contemporanea -vero fiore all'occhiello di tutto l'Ente- diretta da Dario Tomasello.

L'augurio per il nuovo anno è che finalmente si predisponga la pianta organica, mai varata dai vari CdA che si sono succeduti negli anni. Ma l'importante, adesso, è partire: con tante incertezze sul 2013, con una stagione con meno titoli (e conseguente riduzione del prezzo degli abbonamenti), con zero produzioni interne, con forti ritardi. Ma “con l'intenzione -come dice Marchetti- di riconoscere l'importantissimo ruolo non solo esistenziale ma anche economico che la cultura ha, soprattutto in Sicilia”.

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