Gli anziani di Casa Serena: da qui non ce ne andiamo
“Il signor Croce ha la sua età, anche per lui la meta è vicina. Dovrebbe essere più compassionevole nei confronti di noi anziani”. Le parole degli abitanti di Casa Serena, più che voler apparire come un anatema sulla testa del commissario, suonano come la più antica delle saggezze: l'anzianità deve essere rispettata, per quanto gravosa.
E gli anziani del pensionato comunale non stanno vivendo bene la notizia di un probabile trasferimento dalla “loro” Casa Serena, perché vedono questa possibilità come un cambiamento negativo e repentino.
“Croce avrà pure ragione, ma dovrebbe mettersi nei nostri panni- dichiara la signora Luisa, 79 anni. Questo posto non deve chiudere. Sono quasi cinque anni che vivo qua, dove ho ritrovato addirittura compagni di scuola. Ci facciamo compagnia, stiamo bene insieme. Fra l'altro, se davvero questo posto è inagibile, come mai ancora ci sono immissioni di nuovi utenti? L'ultimo ospite è stato accolto la settimana scorsa”.
In realtà, a quanto ci dice il direttore del servizio, le carenze non sono strutturali, ma solo di carattere manutentivo. Importanti e costosi, ma tali da poter scongiurare l'inagibilità.
“Il problema non è nuovo. Dal 2007 si sono presentati diversi inconvenienti, risolti solo in parte nel 2008 con il rinnovo degli infissi e dei servizi igienici. Nel 2010 è stato predisposto un progetto ben articolato e si era addirittura individuata una via di finanziamenti, ma non si è fatto più niente. Al momento, come cooperativa non abbiamo alcuna certezza sul futuro dei 104 lavoratori e dei 102 anziani. Eppure, in zona non esistono strutture che eroghino la stessa tipologia di servizio. Il fattore competitivo è il clima di socialità che le persone godono. E' come un piccolo villaggio. In altre strutture residenziali non ci sono gli spazi sociali che abbiamo qua”.
Gli spazi di Casa Serena sono di grande aiuto agli inquilini, che passano le giornate tra momenti ricreativi e attività manuali, come la falegnameria, la sartoria, la cucina. “ Mi trovo bene qui perché ho piccole attività da fare- racconta Benito, 71 anni, mostrandoci un lampadario realizzato con le proprie mani. Mi occupo di falegnameria e lavori di traforo. Spero in buone notizie per questo posto, ci vivo da quattro anni. Io non ho figli, non saprei dove andare se non potessi più vivere qui”.
C'è anche il presidente del Comitato Consultivo Anziani, Nino Cammarata, quasi un “sindaco” del piccolo villaggio di Casa Serena. “Credo di interpretare il pensiero di tutti gli anziani dicendo che l'ipotesi del trasferimento non è possibile. Per nove su dieci, questo posto è l'ultima spiaggia. Abbiamo tutti i nostri parenti in questa città e abbiamo tutto il diritto di morire qui con loro“.
Il signor Cammarata racconta di essere stato sindacalista e di aver portato avanti grandi battaglie nella Palermo del dopoguerra e lo spirito combattivo non sembra averlo abbandonato. “Siamo veramente sul piede di guerra -racconta. Che facciano pure i lavori di ristrutturazione, ma noi di qua non ci muoviamo, glielo assicuro. Senza contare che si lasciano 100 lavoratori e quindi 100 famiglie sul lastrico. Casa Serena non può chiudere, perché è un luogo di accoglienza”.
E' davvero l'ultima spiaggia, questo pensionato che cade a pezzi, il punto di arrivo di una vita lunga e travagliata. “ Arrivato ad una certa età, un padre pensa solo a sistemare i propri figli -spiega Giuseppe, 85 anni. Io sono riuscito a garantire loro un buon lavoro, ho lasciato botteghe, li ho fatti studiare. Posso dire di aver fatto tutto quello che potevo e adesso sono contento di stare qui e di godermi questo posto insieme agli altri anziani”.
Lo segue a ruota la signora Luisa, 88 anni, che interrompe il gioco delle carte con Giuseppe, per ribadire il pensiero comune. “ Sarebbe davvero un guaio terribile per tutti se questo posto chiudesse -spiega. C'è gente che non ha più nessuno. A me, si figuri, uno dei miei tre figli potrebbe pure riprendermi con sé, ma io sto bene qua e non vorrei andarmene”.
“Da quando è morto mio marito nel 1993 sono sempre stata sola- racconta Giuseppa, 84 anni. Ma ho cominciato a stare sempre più male, quindi tre anni fa mi sono trasferita a Casa Serena perché qui mi accudiscono bene. Gli infermieri sono tutti bravi e sempre sorridenti”.
E anche la signora Graziella, 72 anni, è d'accordo. “Vogliamo tutti rimanere qui, ormai siamo affezionati -dichiara. Sono qua da due anni, da quando mi sono ammalata e non poteva accudirmi più nessuno. Prima vivevo con mia sorella, poi lei è stata male ed è stato difficile”.
C'è anche chi, pur avendo cresciuto dei figli, non troverebbe una casa a riaccoglierli di nuovo, come la signora Maria, 83 anni. “Prima vivevo con mia figlia, ma dopo un po' non mi ha voluta più in casa sua -ricorda. Mi trattava molto male. Così mi ha trasferita a Casa Serena. Certo, gli altri figli vengono a trovarmi, ma ormai mi tengono qua, cosa posso fare? Ma sono una donna ferita nel cuore, mi sento sola perché la vera vita è stare a casa propria. Mi consolo col fatto che qua mi trattano bene e mi curano, non mi posso lamentare di niente”.
Tutte storie simili, ma con l'unico comune denominatore: qui viviamo l'ultima parte della nostra vita, lasciateci godere la serenità che abbiamo trovato e che meritiamo. Ma si sa, gli anziani sono mossi dalle ragioni del cuore, il commissario dalle ragioni economiche. Quali prevarranno? Lacrime e sangue, paventa qualcuno, lacrime e sangue…..
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