Sciopero Generale Europeo, voci dal corteo

20121114 Manifestazione studenti GI7Q3415Giada è uscita da scuola l'anno scorso, ma non ha perso la voglia di lottare contro quelle politiche che scaricano i costi di una crisi grave come quella del '29 esclusivamente sulle spalle dei ragazzi e delle ragazze come lei. Nelle ultime quarantotto ore ha dormito pochissimo ed ha fatto centinaia di telefonate e decine di incontri per preparare la partecipazione degli studenti messinesi alla giornata europea di lotta contro l'austerità ed i tagli al welfare state.

I risultati si sono visti. Stamattina alle 9, piazza Antonello era già piena di ragazze e ragazzi , prevalentemente degli istituti superiori, che hanno dato vita ad una partecipata manifestazione che ha attraversato le vie del centro e si è concluso intorno a mezzogiorno con un pacifico “assedio” del Municipio.

Almeno in 5 mila hanno sfilato per corso Cavour, via Tommaso Cannizzaro, via Cesare Battisti, Corso Garibaldi e piazza . Un corteo compatto, articolato in nutriti spezzoni rappresentativi di tutte le scuole della città, con significative presenze anche da Milazzo, Barcellona PG e Spadafora. L'obiettivo dichiarato della giornata, il rifiuto della spending review del governo Monti ed una politica di sostanziale privatizzazione dell'istruzione pubblica che non si discosta di molto da quella firmata da Maria Stella Gelmini.

“Ci battiamo contro la prossima approvazione dell'ex legge Aprea, attuale DDL 953 -spiega Giada. Un disegno di legge che mira a rendere la scuola un apparato manageriale, simile ad un'azienda, e ad eliminare ogni forma di democrazia ad ogni livello. Infatti, saranno abrogati tutti gli articoli del decreto 297 dell'anno 1994 sulla funzione dei Consigli di Istituto e di tutti gli organi di decisione collegiale. Ci saranno Consigli d'amministrazione al di sopra degli organi collegiali, l'ingresso dei privati e dirigenti -manager impegnati a cercare sponsorizzazioni che sostituiscano i sempre minori finanziamenti pubblici piuttosto che nell'attività formativa” . Questo è lo scenario che spinge Giada e tanti suoi compagni a scendere in piazza accanto agli insegnanti e ai lavoratori dei settori più colpiti dal taglio della spesa pubblica.

“Oggi sono in piazza i lavoratori dell'Università, dell'Inpdap, dell'Inail, del e della Difesa -racconta Roberto Laudini, Rsu dell'USB ( Unione sindacale di base) di Marinarsen. I dipendenti civili della difesa sono 30 mila in tutta Italia, ma un terzo di questi, più o meno 10 mila persone, è stato dichiarato in esubero. L'Arsenale di Messina passerà dalle attuali 217 a 64 unità lavorative”. Di fronte al dimagrimento del bilancio della difesa, l'Usb propone il taglio alle spese per gli armamenti anziché i tagli al personale.

Anche la CGIL, che ha indetto per la giornata di oggi quattro ore di sciopero generale, è presente alla manifestazione con il suo gruppo dirigente al completo. “ I lavoratori e le lavoratrici della Cgil si sono mobilitati più volte in queste settimane -spiega il segretario generale Lillo Oceano. I tagli ai salari ed alla protezione sociale aggravano un quadro già fortemente compromesso ed acuiscono disuguaglianze e ingiustizia sociale”. Le categorie sono tutte rappresentate ma la Funzione Pubblica e la FLC (scuola e università) scioperano per l'intera giornata e numerosi sono i docenti che manifestano accanto ai propri studenti.

Come Alessandro, che insegna filosofia all ‘Ainis. “Abbiamo discusso tanto con gli studenti per la preparazione della giornata di lotta -racconta. Li abbiamo coinvolti e responsabilizzati anche nelle azioni di protesta come la sospensione delle commissioni interne o delle attività extracurricolari e dei previsti dal Piano dell'offerta formativa, che manterremo fino al prossimo 31 dicembre”. Valentino, docente di religione del La Farina, ci teneva ad “essere con gli studenti”, perché quello di oggi “è anche un giorno di scuola, di educazione alla partecipazione e alla cura del bene comune”.

Gli studenti, dal canto loro, dimostrano di essere consapevoli della partita che si sta giocando sulla loro pelle. Appartengono ad una generazione a cui troppe cose cominciano ad essere negate e se ne rendono conto. Ludovico, del liceo classico La Farina racconta: “Abbiamo fatto numerose assemblee d'istituto e di classe per documentarci sul disegno di legge Aprea”.

Peppe e Francesco, anche loro del La Farina, ma rappresentanti d'istituto, hanno informato capillarmente “senza disturbare l'attività didattica -puntualizzano”.

“Abbiamo costruito una rete informale di contatti fra tutti gli istituti superiori -racconta Peppe. L'obiettivo è quello di di dare vita a nuove mobilitazioni che denuncino i problemi della quotidianità. Hanno inoltrato al dirigente scolastico una richiesta formale di derattizzazione firmata da tutti i rappresentanti di classe dell'istituto. I seminterrati della scuola -denunciano- sono un terzo dell'intero stabile e sono inagibili ed inutilizzati”.

Quando a Palazzo Zanca l'esposizione di uno striscione contro la crisi provoca un mezzo pandemonio, non hanno dubbi su quale sia la parte con cui schierarsi.

“A noi il senso dello Stato non manca -osserva Peppe- ma è lo Stato a darci la sensazione di non avere “il senso dei cittadini. Tre volte abbiamo già manifestato quest'autunno, ma il municipio non è mai stato aperto, mai nessuno si è proposto l'apertura di un tavolo di confronto. Alla fine è il muro contro muro a portare all'esasperazione e allo scontro”.

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