Peppino Buzzanca e i catastrofisti

“Fiducia nella Corte dei Conti. Si diradano nubi nere. Concesse attenuanti generiche al carnefice. Scomparsi catastrofisti?”.
Con questo twitt del 10 novembre scorso, pubblicato mentre era in corso la manifestazione unitaria dei sindacati il cui slogan era “Affrontare l'emergenza. Uscire dalla crisi”, Peppino Buzzanca, ex deputato regionale decaduto ed ex sindaco di Messina, liquida così la preoccupazione sullo stato dei conti del Comune di Messina.
Insomma, per Buzzanca, tutto quello di cui si discute da oltre tre mesi a Messina è frutto dei soliti pessimisti. E allora andiamo a vedere chi sono questi pessimisti: i 598 lavoratori dell'ATM, i 540 di Messinambiente, 1.900 dipendenti del Comune (ad esclusione dei 24 super dirigenti, ovviamente), gli 800 delle cooperative dei servizi sociali e gli 80 lavoratori della società “L'Ambiente”, che cura il servizio di pulizia per conto del Comune in alcuni edifici pubblici. A questi, bisogna aggiungere tutto il tessuto economico che ruota attorno ad una città che vive principalmente di commercio e pubblico impiego come negozianti, costruttori edili, supermercati, parrucchieri, librerie, benzinai, assicurazioni, banche e produttori di servizi.
Detto così, pur se impressionante, non dà l'idea di chi siano questi “catastrofisti”. Specifichiamo che stiamo parlando di oltre 4 mila famiglie che versano in gravi condizioni economiche. Dietro i numeri ci sono persone in carne ed ossa, come Giacoma, monoreddito, con tre figli a carico che non vede un euro da quattro mesi per il lavoro che continua a svolgere. Oppure Vittorio, monoreddito con una moglie e due figli, senza stipendio da tre mesi, che oltre a non poter pagare l'affitto e comprare il cibo a credito, non ha neanche i soldi per pagare l'assicurazione dello scooter con cui va a lavorare.
L'elenco potrebbe essere lungo. Più di 4 mila nomi le cui storie si assomigliano in modo impressionante. Ecco chi sono i catastrofisti.