Sfratti ai disabili del rione Ferrovieri, esplode la rabbia

foto assedio a Palazzo ZancaUn'assegnazione che da provvisoria diventa definitiva in abitazioni talmente fatiscenti che perdono pezzi e poi all'improvviso la mazzata: il Comune non ha più soldi per pagarvi l'affitto, 52 euro al mese a famiglia. Avete sei mesi di tempo per trovarvi un'altra abitazione e amen.

Questa la sintesi dell'incontro che ieri pomeriggio le 23 famiglie che alcuni anni fa hanno avuto l'assegnazione di un appartamento in via Alessandria nel Rione Ferrovieri, hanno avuto con Nino Dalmazio, uno degli esperti nominati dal straordinario Croce.

Dopo lo stordimento la rabbia, che è esplosa questa mattina, quando un gruppo di famiglie è arrivato a Palazzo Zanca per protestare contro quella che considerano una profonda ingiustizia. Dall'alto arriva l'ordine di sbarrare tutti gli accessi e dopo una feroce contrattazione solo un gruppo di donne ottiene il permesso di entrare.

Di farle avvicinare alla stanza dei bottoni neanche a parlarne. Le hanno lasciate fuori e quando dentro hanno capito che non se ne sarebbero andate facilmente è uscito fuori Dalmazio a ribadire quello che aveva già detto ieri: “Soldi per pagare il vostro affitto non ne abbiamo, vi possiamo dare 400 euro al mese per sei mesi e poi ve la vedete voi”.

“Mio marito è malato di sclerosi multipla -racconta Assunta Santoro, 43 anni- e in queste condizioni non può lavorare. Peraltro, questa doveva essere una casa provvisoria in attesa di quella definitiva che spetta ai disabili gravi che non hanno reddito. Invece, non solo non abbiamo avuto un'abitazione adeguata alle esigenze di mio marito, ma adesso ci vogliono pure sfrattare. E dove ce ne andiamo con i nostri figli?”.

Le storie delle altre donne sono tutte uguali. Cambiano i nomi, l'età, il numero dei figli, ma il dramma è uguale per tutte loro: tra sei mesi dovranno sgombrare e non sanno come fare. Impotenti di fronte ad un impeccabile abito grigio, hanno fretta di raccontare le loro storie. C'è Pasqualina Iraci, che ha 49 anni (a casa siamo in 5 e adesso mi sta arrivando anche un nipotino), Annamaria Bensaia, 41 anni con un figlio disabile, Maria Ribecchi, che è invalida e ha due figli, mentre a casa di Angela Giuffrè vivono in 9. E poi Milena Gioveni, arrivata in via Alessandria dopo un altro sfratto, e Angela Cardubbo, figlia di un disabile che vive imprigionato al secondo piano perché gli ascensori non funzionano, Grazia Buonasera che ha il marito invalido ed ha avuto la casa dopo che ha dormito per 5 mesi in macchina e che è stata costretta ad affidare i suoi figli ai parenti.

Ascoltarle e pensare ai tanti sprechi messi nero su bianco nelle delibere pubblicate giorno dopo giorno, al milione 800 mila euro che 24 super dirigenti si divideranno come indennità di posizione e per gli obiettivi (ma quali?) raggiunti nel 2012, ai 1.600 euro di ceri per Madonne varie sparse in città è un tutt'uno. Meglio lasciar perdere e continuare ad ascoltarle.

Anche il marito di Sebastiana D'Angelo è invalido al 100%, mentre il marito di Caterina, 33 anni e una di 10, è in prigione. “Io sono abusiva -ammette- ma sono andata a vivere in una stanza con cucina, non è che ho preso chissà che. Quando sono arrivata era senza porte e piena di topi. Prima il Comune mi aiutava dandomi qualcosa di tanto in tanto, è previsto dalla legge. Per anni ho chiesto una casa e durante una protesta sono stati i vigili stessi a dirmi che case da assegnare non ce ne sono, di prendermene una abbandonata”.

C'è anche Letteria Alessi, che nel 2008 ha dovuto lasciare la sua casa di Bisconte perché facendo dei lavori il Comune l'ha resa inagibile. “E adesso devo ricominciare di nuovo –commenta. Aspettavamo una sistemazione definitiva e invece ci buttano fuori”.

In via Alessandria ci sono anche due famiglie sfollate dopo l'alluvione dell'1 ottobre 2009 e lo sfratto del Comune è arrivato anche per loro.

A segnalare questa mattina la situazione il consigliere UDC del III Quartiere Libero Gioveni, che in una nota inviata al commissario Croce ha chiesto una proroga ed ha ricordato la storia di queste 23 famiglie. “Le primissime -scrive Gioveni- collocate nella graduatoria approvata con la delibera di giunta del 14 ottobre 2009 relativa al primo bando di emergenza abitativa varato dall'amministrazione Buzzanca e fortemente voluto dall'ex assessore al Risanamento Rao.  Con determina dirigenziale del 5 gennaio 2010 furono assegnati dal Dipartimento Risanamento gli alloggi di uno stabile di via Alessandria nel rione Ferrovieri che il Comune prese in affitto dalla società “GIFE s.r.l”.

Il contratto che il Dipartimento Patrimonio fece stipulare ai nuovi inquilini aveva una durata di 2 anni (si parlò allora di locazione provvisoria), con l'impegno però del successivo rinnovo. Sembrerebbe che il motivo predominante in questa paradossale vicenda (a parte quello della scadenza naturale del contratto di locazione provvisoria) sia riconducibile al fatto che la “GIFE srl” rivoglia indietro l'edificio proprio perché Palazzo Zanca non ha più pagato l'affitto dell'immobile.

Ritengo inopportuno, specie in questo periodo di alta tensione sociale, che si affronti in una gestione commissariale questo nuovo dramma abitativo, posto che queste 23 famiglie andrebbero ad incrementare l'attuale numero di circa 900 altre famiglie in emergenza abitativa che ancora attendono l'assegnazione di un alloggio. Mi auguro quindi che Palazzo Zanca conceda loro una speciale proroga e che la delicata questione sia affrontata politicamente dalla nuova amministrazione”.

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