Teatro, arrivano gli stipendi ma Tranchida propone il commissariamento
Doccia scozzese per il teatro Vittorio Emanuele. Via libera agli stipendi arretrati, ma l'assessore Daniele Tranchida ha già inviato all'esecutivo di Palazzo d'Orleans la proposta di commissariamento dell'Ente Teatro. Perché quest'ultimo si concretizzi sono comunque necessari due passaggi: la Giunta Lombardo deve dare il via libera alla richiesta dell'assessore regionale allo Spettacolo ed il presidente della Regione la deve ratificare con un proprio decreto.
“Alla luce dei fatti -commenta Tranchida- non vedo altra soluzione. Tra bilanci non presentati ed altre carenze nella gestione, ritengo che questa sia la sola strada possibile per recuperare il rilanciare il Vittorio Emanuele. Del resto, un membro del Consiglio di Amministrazione si è già dimesso e so che altri stanno per farlo. A questo punto, tanto vale azzerare il CdA e ripartire daccapo. Abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi per trovare una soluzione che assicurasse al personale gli stipendi nonostante le gravi carenze gestionali e organizzative dell'Ente Teatro Vittorio Emanuele. Ci siamo fatti carico delle preoccupazioni dei lavoratori e siamo riusciti a sbloccare i pagamenti di luglio e agosto. Sul resto deciderà la Giunta”.
Del resto, che l'assessore Tranchida avesse intenzione di commissariare l'Ente Teatro Francesco Rizzo, membro del CdA del Vittorio Emanuele che si è dimesso il 31 agosto scorso, lo aveva già dichiarato a chiare lettere durante la conferenza stampa convocata il 21 agosto dal presidente Ordile. Incontro che peraltro ha reso evidente senza ombra di dubbio i problemi in seno al Consiglio di Amministrazione. Da un lato quindi il presidente Luciano Ordile ed il soprintendente Paolo Magaudda, dall'altro invece, un CdA presente solo a metà con Rizzo e Gustavo Ricevuto, mentre il vice presidente Daniela Faranda e l'altro consigliere Carmelo Ietto si sono rifiutati di intervenire per sottolineare la distanza con le due figure di vertice.
“La conferenza stampa di agosto -spiega Rizzo- doveva essere convocata a giugno. Lo abbiamo chiesto a Ordile ma non ci ha ascoltato. Il risultato è che adesso è troppo tardi. Ai tagli della Regione bisognava opporsi in maniera molto più netta e decisa, senza tergiversare, anche impugnandoli in sede giudiziaria. Del resto, le due ispezioni subite a luglio, delle quali ancora non si conosce il motivo, sono il segnale evidente che l'Ente Teatro era nel mirino dell'assessore Tranchida”.
Nel fratempo, più voci si sono levate per manifestare solidarietà al personale del Vittorio Emanuele.
“Con quel concerto il teatro è stato simbolicamente occupato -commenta Elio Morabito, responsabile del settore Cultura di SEL Messina- ma la vera occupazione è quella di questo Consiglio d'Amministrazione che, ormai spaccato, sta affossando il teatro. Bisogna voltare pagina, aprire le finestre e fare entrare aria nuova e fresca. Presidente, Sovrintendente e C.d.A. si facciano da parte, se hanno davvero a cuore i destini dell'Ente. Solo così sarà possibile sviluppare nuovi progetti, valorizzando professionalità e competenze”.
“Sui lavoratori del teatro -aggiungono i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil Di Guardo, Allegra e Alessi- pesa la mancata soluzione delle due questioni irrisolte da anni: l'equiparazione dei dipendenti in organico ai ruoli regionali e l'approvazione della pianta organica, con la conseguente stabilizzazione di tutto quel personale che da anni lavora solo con contratti a tempo determinato. Non è più tollerabile che personaggi con conclamate incapacità gestionali, possano essere posti ai vertici di Enti così importanti per la vita di una città”.