Messina, gli Arabi e la Milizia dei Verdi

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L'assedio di Messina nell'843

Se nelle Verrine Cicerone l'aveva definita civitas maxima et locupletissima (città grandissima e ricchissima), a distanza di oltre settecento anni di questa definizione a Messina restava ben poco. Nell'843, dopo una strenua resistenza e probabilmente anche a causa del tradimento di Napoli (che ottenne concessioni commerciali in cambio dell'aiuto fornito agli invasori) Messina fu conquistata dagli Arabi e da quel momento iniziò un lungo periodo di decadenza che si concluse solo più di due secoli dopo.

Gli Arabi avevano iniziato l'invasione della Sicilia nell'827. Il debole impero bizantino non riusciva ad opporsi adeguatamente e centocinquant'anni (la stessa Palermo capitolò nell'831) riuscirono ad impadronirsi di tutta l'Isola. Via, via le roccaforti più importanti cadevano una dopo l'altra, fino ad arrivare alla resa di Rometta, l'ultima a resistere, nel 965.

In ogni caso, la convivenza tra i messinesi e gli invasori fu relativamente  tranquilla, al punto che questi ultimi preferirono vivere fuori dalle mura cittadine nella zona nord, lasciando gli abitanti del posto nei luoghi in cui erano nati e cresciuti. Accordi ben precisi avevano consentito alla città di conservare i propri privilegi, pur rimanendo sotto lo controllo del governatore arabo. Con il passare del tempo però, i buoni propositi furono accantonati e iniziarono gli scontri.

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Ruggero I il Normanno

La situazione divenne ben presto insostenibile, al punto che per proteggere l'olio santo che si portava ai moribondi un gruppo di nobili decise di creare la “Sacra Milizia dei Verdi”, che dopo alcuni secoli divenne l'Arciconfraternita dei Verdi. Vestiti, come scrive il Samperi, con dei sacchi del colore sacro per i musulmani e armati, scortavano i preti che portavano il viatico per proteggerli dagli attacchi degli invasori, che aveva proibito qualunque testimonianza pubblica della religione cristiana.

Gli scontri non mancavano ed il più celebre è quello che ancora oggi si ricorda, avvenuto presso l'antica Darsena, dove oggi la via Garibaldi si incrocia con la via I settembre.

Dopo uno scontro più violento del solito i membri della milizia decisero di chiedere l'intervento di Ruggero il Normanno, che in quel periodo si trovava in Calabria.

Una delegazione composta da Nicola Camuglia, Jacopino Saccano, Mercurio Opizinga, Cataldo Porcio e Ansaldo Patti lo incontrò e lo invitò formalmente a liberare la Sicilia dagli Arabi. Il conte Ruggero accettò e nel 1061, proprio da Messina, iniziò la riconquista dell'Isola.

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