Il IV Quartiere: “La bilancia pende in maniera spropositata dal lato dei privati”

“La posizione del IV Consiglio -spiega Francesco Palano Quero, presidente del IV Quartiere- è stata adottata con una Delibera dell'ottobre del 2009 e successivamente si è promosso il dibattito e il confronto tra attori istituzionali, Stu e  cittadini, in particolare ricordo l'incontro pubblico all'interno della Santa Marta.

L'idea forza che ci sta guidando, è quella che i Quartieri, intesi come ambiti riconoscibili della nostra città, sono il nuovo terreno su cui misurare la democrazia e la partecipazione: la città più funzionante, più equilibrata, più sostenibile è una città più giusta, in cui i cittadini possono vivere meglio.

Il Consiglio si è posto alcune semplici domande: 

Quali sono gli obiettivi che la Stu si pone?

Opera nell'interesse della collettività o forse il LEGITTIMO interesse di alcuni imprenditori ha avuto il sopravvento?

La circoscrizione a questa domanda ha risposto, come ho già detto, più di 2 anni fa, con l'atto deliberativo citato: la bilancia pende, in maniera spropositata, dal lato dei privati.

E' una posizione chiara e netta, quella dell'intero Consiglio della IV Circoscrizione, contraria nel suo insieme alla progettazione complessiva della STU; 

 non ci si è limitati solo a biasimare, ma sono state fatte proposte alternative, a cui nessuno ha però dato una risposta concreta.

Sottolineo che il Consiglio ha indirizzato la sua attenzione, sin da subito, alla e alla salvaguardia del territorio, per uno sviluppo sostenibile e ampiamente condiviso della città:nulla di preconcetto contro la STU.

Cito, a titolo esemplificativo, le iniziative di Pompei e della vallata del Trapani. 

Se la Politica non  detta con precisione le regole, se i procedimenti fluttuano invece che consolidarsi, se i progetti cambiano tenendo in maggior conto una parte, è chiaro che il necessario soddisfacimento degli interessi privati, può far venir meno l'interesse pubblico.

Alla città interessa prioritariamente il ripristino immediato delle condizioni di sicurezza per gli attuali residenti e la bonifica di tutta l'area; il risanamento, la riqualificazione e il recupero architettonico del borgo . 

Di certo non vogliamo che si annullino i caratteri morfologici della cosiddetta collina del Tirone; di certo altri uffici ed un centro commerciale creerebbero ulteriore caos, disordine.

E di certo i concetti di panorama e parco urbano non possono essere così facilmente  messi da parte.

La differenza sostanziale nella qualità della vita di una città la fanno le politiche di sviluppo sociali e ambientali, lo sviluppo sostenibile appunto.

Gli uomini vivono meglio se hanno spazi di aggregazione dove incontrarsi, relazionarsi. 

Il Tirone rappresenta una risorsa per la città, un esempio di un tessuto urbano di una Messina che non c'è più.

Un vuoto non è per forza niente: è uno spazio libero, che non deve essere colmato obbligatoriamente da cemento.

Il Comune avrebbe dovuto governare questo processo, ma in realtà, con la convenzione, ha firmato una delega in bianco alla STU, facendosi fuori e non rappresentando le reali esigenze dei cittadini. 

A Dicembre scorso, al Genio Civile in conferenza di servizi, la STU ha finalmente presentato il primo progetto definitivo (quanti anni son passati?) relativo ad una palazzina di ed.residenziale pubblica e privata in Via Pascoli, completamente diverso dalla previsione inserita nella linee guida:una vera e propria  inversione progettuale!

Palazzine alla base (che dilapidano completamente le risorse pubbliche del finanziamento derivante dal C.Q.2) e un centro commerciale sospeso!!!

Sospeso sopra le palazzine e sospeso nella progettazione e nella tempistica!

Ma insomma la Stu la farà o non la farà questa benedetta rigenerazione?

La risposta la lascio a voi. Io vi racconto per concludere una storiella:

si narra che un povero diavolo portava a mano un cavallo vecchio, stanco, sfinito, per una strada sassosa dove si vedeva appena, di quando in quando, un misero filuccio d'erba.

Il cavallo stava per cadere, sopraffatto dalla fame e il padrone cercava d'incoraggiarlo dicendogli: “Non morire, cavallo mio, tira avanti ancora per un pò; campa finchè crescerà l'erba e potrai sfamarti”.

Intanto, al Tirone, l'erba cresce, ma il cavallo, mi sa, che è bello che stecchito”.

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