Stevia, nuovo dolcificante
L'immissione in commercio del dolcificante Stevia ha destato, come prevedibile, notevole interesse non soltanto a livello specialistico (endocrinologi e diabetologi) ma anche generale.
Ogni volta che ingeriamo zucchero o idrati di carbonio, il glucosio (zucchero-base liberato) si accumula nel sangue (glicemia), mettendo a rischio la nostra vita se non ci fosse una ghiandola (pancreas) che producendo insulina lo utilizza. Ogni qualvolta il livello di glucosio nel nostro sangue si impenna, l'insulina provvede ad intervenire e a distribuire quel glucosio circolante ai tessuti e agli organi che ne abbiano bisogno oppure, trasformandolo in grasso, al tessuto adiposo.
Ma non lo fa a costo zero. L'ormone insulina è legato ad altri ormoni (leptina, glucagone, ecc.). Sappiamo che esiste un delicato equilibrio ormonale e quindi non dovremmo meravigliarci se all'uso ed abuso dello zucchero seguono tutta una serie di disturbi infiammatori che facilitano ad esempio le malattie cardiovascolari (ictus ed infarti) e molte forme tumorali (in particolare quelle correlate agli ormoni, riguardanti mammella, prostata, testicolo ed ovaie) oltre ovviamente a tutti i disturbi metabolici connessi ad obesità e diabete.
L'incidenza di queste forme degenerative sta crescendo nella popolazione in modo drammaticamente continuo e costante. Per tentare di limitare questi inconvenienti, esistono gli edulcoranti, tutti dolcificanti chimici sintetici. Nati in laboratorio dall'esigenza di dolcificare alimenti speciali per diabetici, si sono poi affermati come edulcoranti per alimenti dietetici grazie al loro ridotto apporto calorico. Il potere edulcorante è talmente elevato che piccolissime quantità sono in grado di conferire il sapore dolce. La Comunità Europea ne autorizza l'utilizzo, ma consiglia di non superare dosi giornaliere stabilite.
Un uso concomitante di bustine o compresse di dolcificante, bevande light, farmaci o caramelle contenenti questo tipo di edulcoranti potrebbe purtroppo far superare facilmente le dosi, con danni per la salute. Al momento gli effetti tossici e cancerogeni non sono stati comprovati sull'uomo, ma la discussione sulla loro sicurezza è ancora animata. Attenzione particolare va rivolta all'aspartame: durante il metabolismo viene scisso nei due amminoacidi che lo compongono, l'acido aspartico e la fenilalanina. Persone con fenilchetonuria, incapaci di metabolizzare la fenilalanina, possono incorrere in problemi di salute molto seri. Chi intende perdere chili consumando prodotti “light” o surrogati di zucchero, ingerisce sicuramente meno calorie, ma deve tener presenti: un aumento di appetito, gli effetti di una persistente iperinsulinemia (rischio di Diabete mellito di tipo 2) e di una ipoglicemia reattiva (senso di fame), i problemi causati dall'aspartame.
Quando nelle etichette dei prodotti alimentari è presente la scritta “senza zucchero aggiunto” vuol dire che non è stato utilizzato saccarosio, ma potrebbero essere presenti altri dolcificanti sintetici. Le alternative artificiali allo zucchero sono una possibile risposta ma non la migliore se si considera che a caldo non dolcificano (e quindi non possono essere utilizzati per dolci e biscotti da forno) e hanno comunque un retrogusto sgradevole. La stevia può essere una valida risposta visto che è naturale (una fogliolina polverizzata), non apporta calorie e non ha controindicazioni (nemmeno a lungo termine).Tutti possono trarre beneficio dall'uso della stevia, ma in particolare i diabetici, chi per problemi di peso deve ridurre l'apporto calorico e i bambini.
Utilizzando la stevia si può eliminare il rischio di effetti collaterali. Ad oggi non risulta alcuna notizia di controindicazioni all'uso di questo dolcificante senza dimenticare che è utilizzata per dolcificare cibi e bevande dai nativi in Sud America da centinaia di anni e consumata abitualmente in USA, Australia, Brasile, Argentina, Canada, Corea, Cina, Giappone, Indonesia, Paraguay, Taiwan. Non ci sono rapporti in cui si parli di casi in cui si siano verificate intossicazioni o effetti collaterali dovuti all'uso di stevia. Gli studi effettuati sugli animali per verificare eventuale tossicità e per individuare la dose letale hanno accertato che la dose letale è pressoché impossibile da raggiungere. Anche l'uso prolungato di stevia non dà alcun tipo di effetto collaterale.
Sotto questa forma la stevia può davvero trovare innumerevoli utilizzi ed essere un efficace sostituto dello zucchero (per abbassare le calorie) o dei dolcificanti sintetici (visto che non è del tutto accertata l'assenza di effetti collaterali a medio-lungo termine). Fino al dicembre del 2011 l'utilizzo della stevia era vietato in Italia e negli altri Paesi dell'Unione Europea. Diversi studi in merito e molte “battaglie” hanno portato alla conclusione che la stevia è un prodotto da considerarsi sicuro. In seguito, anche l'OMS rivide il proprio parere e pure l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha dato il via libera all'uso della stevia nell'Unione Europea e quindi anche in Italia, dove è già possibile acquistare in erboristeria dolcificanti a base di stevia.