Operazione Dinastia, annullate le sentenze di primo grado per Catalfamo Alessio e Ndoj Edmond
Nel pomeriggio odierno, la Corte d'Appello di Messina ha ridisegnato in modo significativo l'esito del procedimento denominato operazione Dinastia, scaturito da un'indagine antimafia che, nel 2020, aveva smantellato una rete criminale operante tra il Barcellonese, Milazzo e le Isole Eolie. L'inchiesta aveva fatto luce sul mercato della droga gestito dai rampolli delle famiglie mafiose locali, culminando con un blitz all'alba del 28 febbraio 2020, condotto dai carabinieri del ROS e delle Compagnie di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo.
Le accuse originarie spaziavano dal concorso in associazione mafiosa, al favoreggiamento per reati di mafia, fino all'associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti. La denominazione “Dinastia” richiamava la forte presenza tra gli imputati di giovani eredi delle storiche famiglie mafiose del territorio.
Sentenze di primo grado: condanne pesanti
In primo grado, il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto aveva inflitto pene molto severe, tra cui:
- Alessio Catalfamo: 17 anni e 6 mesi;
- Edmond Ndoj: 12 anni;
- Simone Mirabito: 30 anni;
- Francesco Doddo: 22 anni;
- Filippo Torre e Francesco Turiano: 16 anni e 8 mesi ciascuno.
Altri imputati avevano ricevuto pene minori o assoluzioni parziali.
Il verdetto della Corte d'Appello
Oggi la Corte d'Appello ha riformato pesantemente queste condanne, con annullamenti e riduzioni. Tra i verdetti più rilevanti:
- Alessio Catalfamo, assistito dall'avvocato Dorella Aliquò, e Edmond Ndoj, difeso dall'avvocato Giuseppe Coppolino, sono stati totalmente assolti dalle accuse. Assolto anche Vincenzo Nucera, difeso dal legale Diego Lanza.
- Per altri imputati, come Francesco Doddo, la pena è stata ridotta da 22 anni a 16 anni e 8 mesi, con la caduta dell'accusa di associazione armata.
- Simone Mirabito ha visto la sua condanna ridotta a 19 anni e 4 mesi, venendo scagionato dall'accusa di essere uno dei capi del gruppo.
- Antonino Iacono ha ottenuto una riduzione della pena a 6 anni e 6 mesi.
- Condanne confermate invece per Tindaro Giardina (10 anni) e per Filippo Torre e Francesco Turiano (16 anni e 8 mesi ciascuno).
Alcuni imputati accusati di episodi minori di spaccio sono stati scagionati del tutto, mentre per altri ci sono stati aggiustamenti o assoluzioni parziali. In alcuni casi, la Corte ha ribaltato le decisioni del primo grado, infliggendo condanne a imputati che erano stati assolti. Impegnati nel processo anche i legali Antonio Spiccia, Fabrizio Formica, Giuseppe Tortora, Tommaso Autru Ryolo, Salvatore Silvestro, Diego Lanza e Giuseppe Donato.
Un nuovo capitolo per l'operazione Dinastia
Questa sentenza segna un nuovo capitolo per uno dei più importanti procedimenti antimafia della zona. Mentre alcuni imputati escono definitivamente dal processo, altri restano coinvolti, con pene rideterminate che riflettono un quadro giudiziario molto più sfumato rispetto alla pesantezza delle accuse iniziali.
L'operazione Dinastia, partita con oltre 20 arresti e un ampio clamore mediatico, continua a far parlare di sé, lasciando aperti interrogativi sul futuro del contrasto alla criminalità organizzata nel territorio.