Barcellona P.G, due arresti per omicidio aggravato dal metodo mafioso
I Carabinieri del ROS, con il supporto dei Comandi Provinciali di Messina e Reggio Emilia, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, D. B., classe 1990 e S. G. S. nato a Barcellona e residente a Reggio Emilia, emessa dal gip del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). I due sono gravemente indiziati di omicidio e porto illegale di armi, entrambi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosi.
L'operazione è stata condotta a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e nella provincia di Reggio Emilia. L'indagine, frutto di un approfondito lavoro investigativo coordinato tra la Procura di Barcellona P.G. e la DDA di Messina, ha ricostruito i fatti della sera del 5 dicembre 2010 grazie al contributo determinante di un collaboratore di giustizia, affiliato alla famiglia mafiosa dei “Barcellonesi”.
Un omicidio per ritorsione
Secondo gli elementi raccolti, l'omicidio di Petre Ciurar, cittadino rumeno di etnia rom, fu ideato come ritorsione contro la comunità rom, accusata di essere responsabile di furti nel territorio sotto il controllo della famiglia mafiosa dei “Barcellonesi”. La vittima fu assassinata in una baracca nei pressi della stazione ferroviaria di Barcellona P.G., un'area ritenuta cruciale per gli affari illeciti del clan.
Gli arrestati sono ritenuti parte integrante della struttura mafiosa che dominava il quartiere “San Giovanni”, una zona sotto il ferreo controllo della famiglia mafiosa. Le indagini hanno permesso di chiarire dinamiche e moventi, facendo luce su un delitto che ha segnato profondamente il contesto criminale e sociale della zona.
Garanzie per gli indagati
Nel rispetto del diritto di cronaca e dei diritti degli indagati, è importante sottolineare che questi ultimi sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva. Le responsabilità saranno accertate nel contraddittorio tra le parti davanti a un giudice terzo e imparziale.
Questa operazione rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata, confermando l'importanza della collaborazione tra forze dell'ordine e autorità giudiziarie nel contrasto alla mafia.