Fondi PN Plus addio. Basile cerca di difendersi, Germanà: “Città nel baratro, dimettiti”
MESSINA. La Giunta di Palazzo Zanca non sa spendere i fondi europei e Germanà chiede la testa di Basile, al quale rivolge il chiaro invito a dimettersi “permettendo a qualcuno più competente di risollevare questa città dal baratro in cui è precipitata”. Che i 222 milioni del PN 2021-2027 non fossero una certezza lo abbiamo detto subito, pochi minuti dopo la conferenza stampa dai toni trionfali del febbraio 2023 della Giunta Basile, nel corso della quale si registrarono due dati fondamentali: l'assenza dell'assessore Carlotta Previti (che non a caso il giorno dopo si dimise) e la certezza dell'esecutivo rispetto ai progetti preogrammati, dati già per approvati dall'Agenzia di Coesione nonostante i molti passaggi ancora da affrontare. Inutile sollevare dubbi o perplessità sulla tipologia di progetti ancora da presentare: chi lo faceva era un disfattista.
Ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine e così adesso si scopre che chi non ha saputo o non è riuscito a spendere i fondi assegnati all'epoca del Governo Renzi, per i quali era prevista la rendicontazione entro il 31 dicembre 2023, se li è visti togliere. Tra questi, Messina.
Il Governo Meloni ha modificato struttura della spesa e così, se prima i fondi europei erano gestiti dall'Agenzia di Coesione, adesso la competenza è della presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha raccolto residui non spesi di tutte le programmazioni e li ha rimessi in un unico calderone unico insieme a quelli (ancora da programmare) del settennio 2021-2027. La scelta è quella di concentrare risorse con accordi di coesione con ciascuna Regione (il cosiddetto Patto di Coesione), individuando 5-10 progetti importanti e finanziando solo quelli.
È stata ridotta la programmazione delle Regioni e delle Città Metropolitane nell'ambito dei fondi nazionali, che saranno gestiti con criteri da individuare. Dopo le elezioni europee cambieranno i vertici della Commissione Europea, così come la gestione degli ultimi anni dei fondi comunitari. Tronando a Messina, i fondi utilizzati fino a oggi dal Comune sono ancora quelli stanziati dalla programmazione in atto con il Governo Renzi. Alcuni esempi? La Messina Social City è stata creata grazie a quelle somme e anche i bus nuovi dell'ATM sono stati acquistati con quel denaro. Come già detto, il PON METRO 14-20 dava tempo fino a dicembre 2023 per finire i progetti e spendere il denaro. Messina non ha utilizzato tutti i finanziamenti (vedi la mancata ristrutturazione di Casa Serena o i lavori ancora in corso di alcuni parcheggi) e ha dovuto restituire oltre 16 milioni di euro. Tutti i fondi dei progetti non finiti sono stati spostati sulla nuova programmazione, che adesso è di competenza del Governo, e quindi non si sa quanto toccherà a Messina. Durante l'amministrazione Accorinti la città aveva di fatto perso i fondi del Masterplan (dirottati su Taranto) e solo l'intervento dell'economista Michele Limosani e dell'ingegner Giacomo Guglielmo, esperto di Fondi SIE, ha permesso di evitare lo scippo. Il resto è storia: Accorinti non li ha saputi spendere, De Luca li ha spesi fino a un certo punto, poi lui si è dimesso per inseguire il sogno della presidenza regionale, l'assessore Previti ha seguito a ruota un anno dopo e la Giunta Basile, che non è riuscita a spendere tutto, è rimasta con il cerino in mano.
Non contento di aver dovuto restituire oltre 16 milioni di euro, dopo aver saputo della bocciatura del PN Plus, questa sera il sindaco Basile si è difeso dichiarando: “Non staremo a guardare che vengano scippate risorse FSC 14- 20 e PON PLUS 21- 27 per mascherare le mancate promesse del Governo sui fondi PNRR. Sui fondi FSC 14-20 e PNRR si sta materializzando ciò che da tempo temevamo ma, non credevamo – continua Basile – che si potesse arrivare a tanto. Mentre i Comuni spendono ogni energia possibile per cercare di attuare gli interventi del PNRR e rimanere nei tempi come sta facendo Messina, finalmente il Governo, ed il ministro Fitto in particolare, gettano la maschera sui fondi FSC 14- 20, sul PNRR e sui fondi PON METRO PLUS 21-27. Premesso che -incalza Basile- la Città metropolitana di Messina ha attuato ogni intervento a titolarità (cioè di propria competenza) con i fondi FSC 14-20, oggi risulta chiaro perché, dopo diversi solleciti e richieste fatte al dipartimento Coesione e Sviluppo, non è mai stata accettata la riprogrammazione dei fondi FSC 14-20 delle risorse disponibili, nonostante si fosse formalizzata in tempo e seguendo l'indicazione dello stesso Ministro sulla gestione dei fondi non impegnati al 2022. Oggi risulta chiaro dove il ministro intende prendere i fondi per coprire la riprogrammazione del PNRR che i sindaci delle Città metropolitane, e non solo, non hanno mai accettato, ma subìto. Il DL Coesione lo dice chiaramente. Anche se i Comuni sono in regola con i tempi del PNRR, il Governo vorrebbe utilizzare i fondi PON METRO PLUS 21- 27, già programmati e destinati a interventi pianificati dalle Città metropolitane, per coprire misure del PNRR che ha in parte, per motivi non certo riconducibili ai Comuni, definanziato, e ovviamente anche le economie degli FSC 14 – 20 avranno stessa sorte. Dopo le rassicurazioni dei mesi scorsi sulla copertura finanziaria degli interventi di rigenerazione urbana (PUI piani urbani integrati PNRR), oggi si capisce che non hanno trovato altre risorse ed hanno messo nero su bianco, con un articolo di legge del decreto coesione, con il quale intendono prendere le risorse dal PON METRO PLUS 21-27. D'intesa con gli altri sindaci non permetteremo – conclude il sindaco Basile – questo scippo politico sulla gestione di quelle risorse e, per la nostra Città, stiamo verificando come tutelare in sede giudiziaria le risorse FSC 14- 20 che intendono scippare a Messina nonostante si siano seguite le indicazioni ministeriali”.
Poco più di un'ora e arriva la doccia fredda da Nino Germanà, vicecapogruppo della Lega a Palazzo Madama. “Invito il Sindaco Basile a riflettere seriamente sulla sua visione di rigenerazione urbana e sulla scandalosa incapacità di spendere i fondi già assegnati. Basile ha dimostrato in maniera eclatante la totale inadeguatezza della sua amministrazione nella gestione dei fondi pubblici. Ha già perso i fondi del PON 2014-2020, restituendo una prima quota. Ma non è tutto: sono stati revocati i finanziamenti per i Piani di rigenerazione Urbana, tra cui progetti fondamentali come la Città del Ragazzo e Torre Morandi, per un totale di oltre 100 milioni di euro, a causa della sua inabilità a rispettare il vincolo del PNRR di chiusura a giugno 2026.
Con il Decreto Legge n. 60 del 7 maggio 2024, il ministro Fitto è intervenuto per evitare la restituzione dei fondi PNRR per i Comuni come Messina che non hanno dimostrato capacità di spesa garantendo una copertura finanziaria con il PN PLUS 2021-2027 e revocando tali fondi ai Comuni inadempienti. Questo significa che progetti vitali come l'I-HUB, il parcheggio del Fosso, la Forestazione Urbana, la scuola Cannizzaro Galatti, i progetti e i servizi di Messina Social City e tutta la programmazione tanto sbandierata da questa amministrazione non vedranno mai la luce.
È chiaro che il sindaco non ha la minima idea di cosa significhi una vera rigenerazione urbana. I parcheggi sono stati posizionati in modo casuale, senza alcun riguardo per l'impatto devastante sul commercio locale. Le politiche di sostegno ai commercianti sono state ridicole, limitandosi a concerti costosi che non hanno avuto alcun effetto positivo sulla fuga dei giovani o sull'economia locale. La città è in ginocchio, soffocata da una gestione disastrosa che ha portato solo sprechi e fallimenti. Ha improvvisamente cambiato idea sul ponte, ma non per una riflessione approfondita o per un cambiamento delle circostanze oggettive. No, Basile ha cambiato idea semplicemente perché Cateno De Luca ha cambiato idea per una precisa strategia elettorale. Questo comportamento è inaccettabile per chi dovrebbe guidare la città con decisione e indipendenza. È evidente che Basile non è in grado di prendere decisioni autonome e ponderate per il bene della nostra comunità. La sua mancanza di leadership e la sua incapacità di formulare una visione coerente stanno portando la nostra città verso l'inevitabile declino. Basile deve rendersi conto del danno irreparabile che ha causato. La sua incapacità e visione miope ha trasformato la città in un deserto economico e sociale. È ora che prenda atto delle sue responsabilità e si ritiri, permettendo a qualcuno più competente di risollevare questa città dal baratro in cui è precipitata”.