Estorsione a Milazzo, imputato prosciolto con provvedimento di archiviazione
Un uomo di Milazzo Baldassare Catalano, difeso dall'avvocato Alfio Chirafisi, era stato denunciato per una presunta estorsione.
V.S. aveva sostenuto nell'atto di querela che, in data 10 agosto 2020, Catalano si era presentato nel suo esercizio commerciale ed a fronte di un debito di appena 50 euro, ne pretendeva 400.
Per tale ragione, all'improvviso, lo colpiva, dapprima con un pugno alla nuca ed uno sulla schiena e, subito dopo, con uno al petto. Essendo la presunta vittima cardiopatica, questa veniva trasportata al pronto soccorso.
Successivamente, secondo il denunciante, in data 18 agosto 2020, l'indagato si ripresentava nel suo esercizio commerciale e avanzando nuovamente la richiesta della consegna di 400 euro, ribaltava la scrivania presente all'interno dell'esercizio commerciale.
Il gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, dapprima non accoglieva l'istanza di archiviazione avanzata dalla Procura della repubblica, che aveva sostenuto che il fatto fosse di natura civilistica, in quanto a fronte di una violenta aggressione, allo scopo di estorcere 400 euro, il fatto era sicuramente di rilevanza penale, ricadente, appunto nella fattispecie dell'estorsione.
Fissata l'udienza camerale di discussione, Catalano nominava come proprio difensore l'avvocato Alfio Chirafisi, il quale, nel corso dell'udienza, dimostrava, con documentazione, che i fatti si fossero svolti in maniera diversa rispetto a quanto sostenuto dal querelante.
Infatti, è emerso che, in realtà, Catalano aveva precedentemente denunciato il querelante, per il reato di truffa e di violenza privata, in quanto quest'ultimo a fronte di un debito assunto con Catalano, al fine di non onorarlo, lo minaccia, in concorso, con altro soggetto.
Pertanto, in virtù del procedimento pendente a suo carico, il querelante poteva considerarsi un teste puro, ma indagato di reato connesso. Sicchè, le sue dichiarazioni, prive di riscontri oggettivi, non potevano essere poste a fondamento di una sentenza di condanna. Inoltre, sembrava poco credibile che Catalano, dopo aver sporto querela, avesse deciso improvvisamente di farsi giustizia da solo. Per questo motivo non appariva configurabile nemmeno la residua ipotesi di reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ancora, ad intaccare la credibilità del querelante deponeva la circostanza che questi avesse omesso di dichiarare in querela che esisteva un debito nei confronti del Catalano.
Sulla scorta di tutte queste ragioni, il Gip, accogliendo appieno la tesi dell'avvocato Alfio Chirafisi, ha disposto l'archiviazione del procedimento, sollevando Catalano da ogni accusa.