Messina, il Nursind all’ASP 5: “No alla nuova organizzazione delle postazioni 118”

MESSINA. Il Nursid lancia l'allarme sulla nuova organizzazione delle postazioni del prevista dell'ASP 5 e ne chiede la revoca. Il sindacato sottolinea la sua preoccupazione in merito ai cambiamenti che emergono nella nota dell'azienda provinciale e che prevedono che, per evitare che i soccorritori al rientro in ospedale possano causare contagi, questi debbano rimanere distaccati al servizio di emergenza urgenza. Secondo il Nursind, però, la situazione rischia di causare problemi al servizio perché si prevede un ricorso massiccio a personale a partita Iva e i nuovi assunti non avrebbero formazione e requisiti necessari a garantire la massima sicurezza. Ad essere contestato è il sistema di gestione della postazioni 118 provinciali decisa dall'ASP di Messina. Secondo il Nursind il rischio che il personale spostato sulle ambulanze possa essere contagiato ha spinto l'azienda a disporre che questi lavoratori non tornino in ospedale in questa fase.

 

Il sindacato pone ora l'accento su una serie di interrogativi e preoccupazioni: le difficoltà dell'ASP a eseguire un semplice tampone a un numero limitato di professionisti, emerso nei giorni passati, non fanno ben sperare in una corretta gestione epidemiologica dei diversi accessi alla postazione. Inoltre, non ci sarebbe il tempo per un'adeguata formazione che garantisca il rispetto dei criteri e dell'esperienza necessaria alla mansione da svolgere, mentre mancherebbero criteri con cui l'ASP effettuerà una selezione del personale volontario istituzionale o a Partita Iva in caso di carenza o eccesso di richiesta, vista l'assenza di un formale bando. Assenti anche i riferimenti alla corresponsione delle indennità di area critica e malattie infettive e non sarebbe specificata la garanzia che, al termine dell'emergenza, il suddetto personale tornerà a prestare la propria attività lavorativa presso l'Unità operativa di origine.

 

Infine “la cronica carenza di fornitura dei dispositivi di protezione individuale  necessari al personale abitualmente impiegato, non fa ben sperare sul grado di protezione dei nuovi partecipanti richiedendo altresì un cospicuo impegno“. Il Nursind di Messina ricorda che le stesse misure non sono state adottate per altro personale, come gli anestesisti, impegnato nei soccorsi. E ritiene che “questa disposizione controcorrente e non condivisa, non solo a livello regionale ma neanche all'interno della stessa centrale operativa provinciale, possa causare l'aumento del rischio di e contestualmente una disparità di trattamento del personale.

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