Emergenza coronavirus, Villa San Giovanni ostaggio di chi non è in regola per muoversi
REGGIO CALABRIA. Traffico merci bloccato a Villa San Giovanni. A protestare i passeggeri di una quarantina di auto che a quanto pare non hanno i documenti in regola per attraversare lo Stretto. I TIR sono stati dirottati su Reggio Calabria, ma di ora in ora la situazione diventa sempre più insostenibile. Le auto sono bloccate da ieri mattina e l'esasperazione dei viaggiatori, in alcuni casi dovuta al balletto di DPCM continuamente aggiornati e alle numerose ordinanza, compresa quella del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che ha stabilito che, fatte salve le esigenze di pendolari e forze dell'ordine, si possa entrare sull'Isola solo previa autorizzazione di quest'ultimo. “Questo è il risultato di un sistema sbagliato, con controlli che dovrebbero essere fatti a monte per un Decreto che va rivisto – dichiara la UILTrasporti Messina – limitando il traghettamento passeggeri solo ai pendolari appiedati e alle vetture di sanitari e forze dell'ordine”. “Non finisca tutto in una caccia folle all'untore – aggiunge Michele Barresi, segretario UILTrasporti Messina. Servono controlli rigidissimi e un giro di vite sui permessi ma non rischiamo di istigare sommosse sociali facili ad attecchire in un frangente di pericolosa emergenza sanitaria. Non è una situazione che potrà sostenersi a lungo, avendo Reggio Calabria un'unico approdo insufficiente per la mole di traffico merci necessario alla Sicilia”.
Un problema, quello dell'attraversamento dello Stretto, denunciato già alcuni giorni fa dal sindacato autonomo OrSA, che in una nota inviata ai vertici istituzionali nazionali, regionali e locali ha chiesto di bloccare immediatamente gli sbarchi. “L'ultimo DPCM vieta non solo il trasferimento da Comune a Comune -ricorda il segretario generale Mariano Massaro– ma anche il rientro al proprio domicilio. Visto lo stato di assoluta emergenza e il pericolo cui è esposta la Regione Sicilia con i sistematici rientri che in barba a decreti e ordinanze non si sono mai interrotti, nelle more dell'intervento del governo nazionale il presidente Musumeci avrebbe dovuto utilizzare in tempo reale tutti i poteri di cui dispone per impedire l'ennesimo afflusso (il riferimento è agli sbarchi di domenica sera, ndr) che espone la fragilissima Isola al contagio. Altrettanto criticabile la gestione dell'esecutivo centrale, che ha anticipato il DPCM del 22 marzo con largo anticipo rispetto all'entrata in vigore prevista per il giorno dopo, innescando per la seconda volta il fuggi, fuggi generale da Nord verso Sud. Nei fatti, l'annunciato isolamento della Sicilia non si è mai concretizzato. Nell'Isola, che secondo i proclami dei Governi nazionale e regionale dovrebbe essere blindata, di blindati ci sono solo i siciliani”.