Cultura. Successo della serata in memoria di Felice Bisazza
MESSINA. Nell'Auditorium del Palacultura è andato in scena ieri l'evento di musica, teatro e poesia per commemorare la figura di Felice Bisazza. La complessa e multiforme personalità dell'intellettuale messinese, non solo poeta lirico ma anche critico letterario, librettista e compositore di ballate, è stata presentata al pubblico in una serata, organizzata dall'assessorato alla Cultura, per ricordarne la vicenda biografica e le opere nel 150° anniversario dalla morte. “Ricordare Felice Bisazza – ha evidenziato l'assessore alla Cultura Federico Alagna – vuol dire recuperare momenti importanti del nostro passato, ma anche comprendere quanto la Sicilia non sia stata mai, come affermava Giovanni Gentile, “sequestrata”, priva di contatti con i fermenti innovativi del resto d'Italia, invece decisamente vicina alla cultura italiana ed europea, grazie all'opera dei suoi migliori scrittori. Una città crocevia di popoli e culture, di avanguardie e sperimentazioni artistiche, elementi che abbiamo voluto mettere al centro anche della nostra candidatura a capitale italiana della cultura 2020”. L'evento culturale è stato arricchito anche da momenti espositivi, affidati a Daniela Bombara, dottore di ricerca dell'Università di Messina e già autrice di una densa monografia su Felice Bisazza, Rompe il raggio di tremula aurora. Anche il musicologo Cesare Natoli ha contribuito inserendo l'opera bisazziana nel contesto musicale coevo. Infine Stefano Morabito, professore dell'Università di Messina, ha trattato la diffusione dello scrittore in Spagna. Antesignano del Romanticismo in Sicilia, Bisazza ha espresso la passione romantica anche in un libretto d'opera, Gli amori di Paolo e Virginia, ispirato al noto romanzo di Bernardin De Saint-Pierre, su musiche di Letterio Abagnato Milanesi. Il rivestimento musicale, oggi perduto, è stato magistralmente reinterpretato in forma attualizzante dal compositore Roberto Scarcella Perino, ed inserito per l'occasione in un intermezzo teatrale nel quale librettista e compositore dell'epoca immaginano le arie che andranno poi a costituire il tessuto musicale della vicenda.
Sono state eseguite inoltre La navicella di Giuseppe Albanese, ispirata ad una romanza bisazziana e Sangue del primo martire, su musiche di Alfio Hopper Crisafulli, cantata sino agli anni '50 in tutte le chiese della città e dunque preziosa testimonianza della religiosità popolare dell'autore messinese. Infine l'Ave verum mozartiano ha accompagnato il racconto degli ultimi dolorosi anni di Bisazza, evitato dai concittadini per aver esaltato in operette encomiastiche i Borbone, e afflitto da diversi lutti familiari. La sezione musicale e teatrale è stata affidata agli artisti Giulia Greco, soprano, e Davide Benigno, tenore, accompagnati al pianoforte da Cesare Natoli, dagli attori della compagnia Vaudeville, Dario Taranto e Giuliano Romeo, diretti da Alessandro Antonio Alù e dal coro Libercanto, sotto la direzione del maestro Dario Pino. I testi poetici sono stati letti da Francesca Spadaro e Mariagrazia Genovese, membri del Cenacolo Culturale Hortus Animae. Bravissimi e convincenti gli attori, splendidi a livello vocale e validi scenicamente i cantanti, appassionati i lettori dei testi poetici. Il pubblico, numeroso e partecipe, ha accolto con interesse l'immagine inedita di un Felice Bisazza scrittore autenticamente romantico, voce messinese, ma anche italiana ed europea.