Truffa alla Regione, chiesto il rinvio a giudizio anche per il presidente di Confindustria Messina

Confindustria MessinaConfindustria Messina di nuovo nell'occhio del ciclone.  Dopo l'arresto a metà aprile dei titolari della Cantieri Navali Palumbo, Antonio e Raffaele (quest'ultimo è membro della Giunta dell'associazione datoriale) per reati contro l'ambiente e l'avviso di garanzia di dicembre scorso, per il presidente di Confindustria Messina Ivo Blandina adesso è arrivata anche la richiesta di rinvio a giudizio.

Il 2 ottobre Blandina dovrà comparire davanti al GUP Salvatore Mastroeni insieme ad altre 5 persone. A chiedere il loro rinvio a giudizio il sostituto procuratore della DDA Camillo Falvo. A vario titolo, tutti sono accusati di truffa ai danni della Regione e falso. Oltre a Blandina dovranno presentarsi in tribunale l'imprenditore Nino Giordano, anche lui in passato iscritto all', l'associazione costruttori di Confindustria Messina, e amministratore della Blue Dream srl, il fratello di quest'ultimo, Giacomo, che tramite un'altra azienda detiene parte delle quote della Blue Dream, i loro soci Martino Bianco e Stefano Costa e Antonino Leanza, funzionario di banca.

Alcuni anni fa alla Blue Dream fu concesso un finanziamento regionale di 552 mila euro per acquistare 24 imbarcazioni da destinare al trasporto dei turisti. Ma con la somma fu acquistato uno yacht di lusso, il Cinzia, che secondo gli inquirenti invece di essere destinato al turismo era utilizzato soprattutto per uscite con amici e parenti.

Secondo l'accusa Blandina, amministratore della Comet, la società che gestisce il porticciolo Marina di Nettuno realizzato davanti alla Prefettura, avrebbe fatto figurare Messina come il luogo di ormeggio dello yacht, mentre la base del Cinzia era il porto di Milazzo.

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