Truffa alla Regione, tra gli indagati il presidente di Confindustria Messina e l’imprenditore Giordano

Marina di nettuno1
Il di Nettuno visto dall'alto

Il finanziamento della Regione è stato erogato per promuovere l'immagine turistica della Sicilia all'esterno. Invece, con il mezzo milione di euro hanno comprato un'imbarcazione di lusso che usavano per fare tutt'altro.

Dopo un anno di indagini il sostituto procuratore Camillo Falvo ha inviato sei avvisi di conclusione delle indagini a imprenditori e funzionari di banca. I provvedimenti sono stati inviati al presidente di Confindustria Messina Ivo Blandina, all'amministratore della società Blue Dream Nino Giordano, al fratello di questi Giacomo (socio della Gioim, la società proprietaria delle quote della Blue Dream), ai soci di Nino Giordano Stefano Costa e Martino Bianco e ad Antonino Lenza, funzionario di Mediocredito Italiano, la banca che ha concesso il finanziamento. A tutti sono contestate le ipotesi di truffa ai danni della Regione e falso.

La ricostruzione dei fatti è semplice. Alla Blue Dream, una srl di Alcamo, fu concesso un finanziamento regionale di 552 mila euro per acquistare 24 imbarcazioni destinate a lavorare nel porto di Terrasini per il noleggio ai turisti.

Dalle indagini della di Messina è emerso però che le quote della Blue Dream erano state rilevate da una società di comodo collegata all'imprenditore Nino Giordano con interessi nella grande distribuzione, nel settore edile e anche nella aerea Alpi Eagles.

Ma il finanziamento erogato dalla Regione sarebbe stato invece destinato all'acquisto di uno yacht di lusso, il Cinzia, utilizzato soprattutto per uscire con amici e parenti, mentre di turisti non ci sarebbe stata nemmeno l'ombra.

A complicare le cose hanno contribuito anche alcune false dichiarazioni di Giordano, che pur di ottenere il finanziamento avrebbe aumentato  il numero dei dipendenti della Blue Dream, oltre a dichiarare di non avere carichi pendenti.

A mettere nero su bianco il falso anche il funzionario di Mediocredito Italiano Antonino Leanza, che nella relazione finale che poi consentì l'erogazione del finanziamento avrebbe confermato che i dati corrispondevano a quelli forniti quando la pratica fu aperta.

Grazie quindi a questa relazione, Lenza avrebbe portato i funzionari della Regione a concedere i 554 mila euro richiesti per l'acquisti delle 24 imbarcazioni fantasma. A Nino e Giacomo Giordano, a Martino Bianco e a Stefano Costa si contesta anche di avere sottratto al pagamento delle accise più di 12 mila litri di gasolio, utilizzandoli per scopi che prevedono il pagamento delle imposte.

Il presidente di Confindustria Messina Ivo Blandina è invece indagato in quanto amministratore della Comet, la società proprietaria del porticciolo Marina di Nettuno, proprio di fronte alla Prefettura, per avere stipulato con Nino Giordano un contratto quinquennale per un falso posto barca al Marina di Nettuno. Secondo l'accusa Blandina avrebbe fatto figurare come luogo di ormeggio del Cinzia Messina, quando invece lo yacht faceva base al porto di Milazzo.

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