#Teatro. Strage di via D’Amelio, in scena al Teatro Antico di Segesta “Mafia: singolare femminile”

Locandina siciliansSarà la cornice millenaria del Teatro Antico di Segesta in provincia di Trapani a ospitare mercoledì 19 luglio alle 19.30 lo spettacolo teatrale Mafia: singolare, Femminile, scritto in occasione della del 25° anniversario della strage di via D'Amelio, nella quale furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. L'ingresso è gratuito e i collegamenti con il teatro saranno garantiti da un servizio navetta, anch'esso gratuito. La rappresentazione sarà preceduta dagli interventi della presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi e del presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Eugenio Albamonte. La pièce sarà interpretata da Stefania Blandeburgo, Maria Teresa Coraci e Giusy Frallonardo e vedrà la partecipazione anche di Alessandra Camassa, magistrato, presidente del Tribunale di Marsala. La regia dello spettacolo, una serie di monologhi scritta dalla drammaturga Cetta Brancato e dal magistrato Marzia Sabella (autrice del libro Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia dal quale la pièce è liberamente tratta) è di Luigi Taccone.

Nello spettacolo si raccontano alcune storie vere di donne appartenenti in qualche modo all'universo mafioso, emerse dai procedimenti carte processuali. Sono storie al femminile poco conosciute che, tuttavia, per la loro intensità e soprattutto, per la loro normalità, finiscono per descrivere i prototipi delle donne di mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna, che le ha conosciute,durante le udienze, nelle sale colloquio dei penitenziari e ascoltando le intercettazioni.

Il magistrato interviene sia all'inizio che al termine della rappresentazione per ricordare che sebbene si sia sempre creduto che le organizzazioni mafiose siano formate da soli uomini, sono le donne, però, a costituire l'essenza, “il cielo e la terra”, della mafia, così come aveva intuito Paolo Borsellino che si confrontò con una mafia ancora più rurale e violenta e con imponenti indagini al maschile e aprì la porta dei processi a una ragazzina, Rita Atria.

In chiusura il magistrato interviene ancora per ricordare, dopo la dolorosa passerella di figure comunque tragiche, che le donne che vivono e si nutrono di mafia, potrebbero, se solo lo volessero, scardinare l'universo mafioso. Dopo un quarto di secolo di commemorazioni, forse è ancora possibile ricordare Paolo Borsellino in un modo diverso, vicino alle donne di Sicilia.

Pochi elementi scenici: una culla e un lungo drappo nero entrambi simboli di una femminilità rubata dalle organizzazioni mafiose che alle donne, forse più che agli uomini, tolgono ogni speranza e ogni possibilità di riscatto. Sono storie di donne di mafia, con la madre di un collaboratore di giustizia, la figlia di un complice esterno all'organizzazione e altre figure ancora, tutte tratte da storie vere e tutte vittime della violenza, non solo fisica, della criminalità organizzata di stampo mafioso.

L'iniziativa è promossa dall'ANM-Associazione Nazionale Magistrati con l'organizzazione della Sezione distrettuale di Palermo e della Sottosezione di Trapani e dalla Commissione Parlamentare Antimafia. Inoltre, in considerazione dell'alto livello culturale e del valore civile e simbolico della manifestazione, la realizzazione dell'evento è stata resa possibile grazie all'assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana-Dipartimento dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, al Comune di Calatafimi – Segesta e al Parco Archeologico di Segesta ed è stata inserita nella programmazione del Calatafimi Segesta Festival-Dionisiache 2017.

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