Sugli ex Magazzini Generali un’ipoteca del Gruppo Franza

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Gli ex Magazzini Generali

Succede anche questo a Messina. Che il Comune metta in vendita un immobile, nello specifico gli ex Magazzini generali, su cui adesso grava un'ipoteca. A dichiararlo durante l'incontro di ieri mattina con i sindacati il commissario straordinario Croce.

Argomento del giorno, neanche a dirlo, il reperimento delle risorse per salvare il Comune dal fallimento. E quando qualcuno ha ricordato che ci sono immobili da vendere Croce è sbottato dichiarando: “Ma quale vendita, voglio vederci chiaro, non si può vendere in questo modo. Sulla mia scrivania ho una carpetta alta così e poi magari finisce come in questo caso (gli ex Magazzini generali, ndr) che ci ritroviamo con un'ipoteca dei Franza sugli immobili”.

Gelo nella stanza e prima che si potessero chiedere spiegazioni si è passati a parlare di altro. Una cosa è certa: quello dell'alienazione degli immobili di Palazzo Zanca è un pasticcio dal quale non se ne uscirà facilmente, come prova anche la lettera inviata dall' Casamica Immobiliare che, come spieghiamo in un altro articolo, chiede conto e ragione del perché il Comune abbia messo in vendita lotti dichiarati edificabili, salvo poi, cambiare idea e bocciare qualunque progetto.

Clara Crocè, segretario generale FP Cgil

“Abbiamo posto un'ipoteca sull'immobile subito dopo l'assegnazione del bene -spiega Vincenzo Franza, amministratore delegato della holding di famiglia- perché da dicembre dell'anno scorso aspettiamo la prima tranche di una transazione approvata dal Consiglio comunale rispetto ad un esproprio che risale al 1978 e con una sentenza passata in giudicato. Non avevamo alcuna intenzione di bloccare l'operazione di Vinciullo, ma dovevamo comunque cautelarci. Avremmo dovuto avere queste somme dalla vendita della vecchia caserma dei Vigili del Fuoco che è ancora ferma. In ogni caso, in merito alla vicenda della vendita di questo immobile, vorrei capire il perché di queste polemiche deliranti. Quando il bene è stato messo all'asta la permuta era già prevista: perché nessuno si è posto il problema prima? Quando abbiamo saputo del bando abbiamo ragionato sull'opportunità di partecipare o meno e poi abbiamo lasciato perdere, perché immaginavamo le polemiche che ne sarebbero discese. Le solite cose alla messinese: si interviene solo dopo, a cose fatte, e non quando si è ancora in tempo”.

In ogni caso, il dato importante è un altro: al di là dei termini della vendita del bene, che è stato venduto per il 10% del valore (quasi 5 milioni di euro) e con una percentuale sugli appartamenti che si realizzeranno e che dovranno comunque essere venduti dal Comune, questo pastiche dimostra ancora una volta il grado di preparazione della classe dirigente di Palazzo Zanca.

La stessa, non dimentichiamolo, che quest'anno, grazie ad una delibera firmata da Buzzanca prima di dimettersi, si spartirà in 24 oltre un milione e 800 mila euro tra indennità di posizione e obiettivi raggiunti.

“Siamo davvero preoccupati per la situazione finanziaria del Comune –commenta Clara Crocè, segretario generale della FP Cgil di Messina. Fa bene il commissario Croce a puntare la propria attenzione sulla vendita degli immobili, perché è davvero il momento di fare chiarezza sui pasticci della burocrazia comunale”.

Peppe Grioli, segretario cittadino PD

“Penso che un fatto del genere sia veramente sconcertante –dichiara Peppe Grioli, segretario cittadino del PD. Altrettanto sconcertante è il fatto che si preveda che la maggior parte del pagamento avvenga con una permuta i cui risultati si vedranno dopo anni. Vorrei capire che utilità ne avrebbe il Comune, che ha un bisogno disperato di liquidità, di avere degli appartamenti che potrebbero comunque poi essere pignorati. È evidente che è necessario un controllo sull'operato dell'amministrazione comunale e dei suoi dirigenti”.

Intanto il miracolo che ieri pomeriggio si aspettava dalla Regione è stato rinviato a giovedì pomeriggio, quando la Giunta Lombardo deciderà come individuare le priorità per assegnare i tetti di spesa dei fondi sbloccati grazie all' con lo Stato per la deroga al Patto di stabilità.

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