#Sicilia. A volte ritornano: ecco di nuovo la favola del ponte sullo Stretto con la benedizione di Alfano

Ponte sullo StrettoAvere sprecato 283 milioni di euro in consulenze e progetti non basta e così tornano alla carica con il ponte sullo Stretto.

Il raddoppio ferroviario della Messina-Palermo si ferma a Patti e ormai è chiaro a tutti che non andrà oltre, l'autostrada è ben lontana dall'essere stata completata ed è talmente malmessa che ciclicamente l'ANAS vuole ritirare la concessione, le scuole cadono a pezzi, l'assistenza ad anziani e disabili è un disastro, la rete idrica siciliana è un colabrodo ma i magnifici 7 di Area Popolare Lupi, Garofalo, Scopelliti, Pagano, Minardo, Bosco e Misuraca ripropongono il progetto del ponte sullo Stretto.

Il loro mentore è il ministro Angelino Alfano, che sembra ignorare senza troppi problemi le linee guida del collega Graziano Delrio e del del Consiglio Matteo Renzi, che sostengono che prima di costruire il ponte è necessario dotare di infrastrutture l'entroterra siciliano e calabrese.

Ignorando quindi il colpo di spugna del Governo Monti il decreto 187 del 2014, che ha avviato le procedure di liquidazione della concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA, i 7 parlamentari hanno presentato una proposta di legge per rimettere in moto l'iter della mega opera che dovrebbe collegare la Sicilia con la Calabria e che in oltre 40 anni, come ha ammesso l'ex amministratore delegato  della Stretto di Messina Pietro Ciucci, solo per progetti e consulenze è costato alle casse pubbliche ben 283 milioni di euro.

Durante la conferenza stampa organizzata oggi pomeriggio a Montecitorio i parlamentari di Area Popolare hanno dichiarato che “non esistono oggettive e comprovate ragioni che ne sconsiglino la realizzazione. Esistono invece studi di altissima qualità a livello nazionale e mondiale (ma non è dato sapere quali, ndr) che ne dimostrano l'opportunità”.

Per quanto riguarda i costi dell'opera, dagli 8 miliardi 300 milioni del 2012, adesso si è scesi a 7 miliardi e mezzo, il 40% dei quali dovrebbe essere messo dallo Stato e il resto con il , del quale si parla da oltre 20 anni ma che nella maggior parte dei casi si è rivelato un fallimento. Fermo restando il fatto che in 40 anni offerte reali e concrete non ne sono arrivate, ma solo vaghe affermazioni di interesse.

Tentando disperatamente di dare vita a un progetto che è morto prima ancora di nascere, si è citato anche il brand Eiffel (che vale sì 430 miliardi di euro, che diventano 450 nelle slide presentate, dimenticando però la gamma di servizi rispetto a mobilità e ricettività collegati al manufatto francese) e, come da copione visto che le elezioni si avvicinano, promettono 4.500 posti di lavoro.

Sintetizzando, la proposta di legge di AP prevede “la ripresa del progetto del ponte dando sostanza a una visione meridionalista dello sviluppo economico del Paese, l'istituzione di un commissario per garantire celerità, trasparenza e legalità, mentre i commi dal 3 al 9 evidenziano la scelta di partire dal recupero del lavoro fatto e di aggiornarlo”.

Ovviamente le reazioni delle associazioni ambientaliste, che nei decenni hanno prodotto ampie documentazioni per dimostrare quanto sia inutilmente costoso il ponte sullo Stretto.

“A volte ritornano. Sono davvero senza parole -commenta Anna Giordano, messinese e ambientalista di fama mondiale. Pensavamo che in Parlamento si occupassero di cose serie e invece eccoli qui che riprendono a parlare del ponte. Mi sembra davvero assurdo”.

“Il ministro Alfano fa l'ennesima forzatura politica, dimostrando di tenere davvero in poco conto il rispetto delle norme e delle procedure -dichiara Stefano Lenzi, responsabile dei rapporti istituzionali del WWF Italia. Chiediamo a Renzi di ricordargliele. Con questa dichiarazione Alfano decide anche di ignorare gli effetti del decreto 187 del 2014, che ha portato ad avviare le procedure di liquidazione della concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA (SDM SpA) e dei rapporti tra questa e il general contractor Eurolink, dopo che quest'ultimo non aveva rispettato l'obbligo di fornire garanzie dal punto di vista tecnica e finanziaria sulla realizzazione dell'opera.

Ma Alfano -prosegue Lenzi- decide di ignorare anche il decreto attuativo che riscrive il Codice degli Appalti, ora all'esame del Parlamento, nel quale si stabilisce che ci sia una nuova selezione e programmazione delle opere veramente necessarie al Paese. Continuare a fare pressioni per realizzare un ponte di 3,3 km in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e di maggiore pregio per la biodiversità, tutelata dalla norme comunitarie, è una follia né i progettisti sono riusciti a dimostrare che l'opera di ripagasse con i flussi di traffico”.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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