Saltano le trattative, tutto da rifare per la Servirail

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L'incontro per la Servirail a Roma

Inaccettabile come tutte le altre che l'hanno preceduta e la proposta del Gruppo FS per chiudere la vertenza Servirail è respinta al mittente. Con un'ingenuità che sfiora l'impudenza le Ferrovie dello Stato hanno ipotizzato di assorbire a tempo pieno solo 25 degli 82 ex dipendenti della Servirail impiegandoli sul Palermo-Milano. Per tutti gli altri, dall'1 luglio prossimo ci sarebbe soltanto  la possibilità di essere utilizzati come personale pulitore viaggiante in Sicilia e Calabria, ma attraverso ditte esterne. Nessuna sicurezza quindi, perché per questi ultimi non ci sarebbero garanzie di alcun .

“Non è accettabile -sottolineano il segretario regionale della Fit Cisl Domenico Perrone, il segretario provinciale Enzo Testa e il responsabile mobilità Michele Barresi- perché una proposta del genere non mette al riparo i lavoratori che sarebbero reimpiegati negli appalti, in ditte esterne a Fs che non darebbero alcuna garanzia occupazionale nel tempo”.

Vista la situazione di stallo dopo oltre sei mesi di discussioni, i rappresentanti della Fit Cisl siciliana hanno chiesto alla segreteria nazionale della Federazione Trasporti della Cisl di inserire la vertenza Servirail all'interno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. “È necessario dare risposte ai lavoratori siciliani -concludono Perrone, Testa e Barresi- perché non è possibile che nelle altre regioni interessate al problema lavorino tutti. Il problema degli ex Servirail siciliani è nazionale e deve essere inserito nelle rivendicazioni del rinnovo contrattuale. Impegno questo, assunto nei giorni scorsi dalla Fit Cisl nazionale nel caso in cui il tavolo di Roma non fosse andato a buon fine. I tagli nazionali non devono gravare solo sui lavoratori siciliani”.

“Quanto proposto -aggiunge il segretario generale della Filt Cgil di Messina Pino Foti- è una sorta di diktat “prendere o lasciare” che lascia poco, anzi, nessun margine alla trattativa. Durante l'incontro FS ha sottolineato che altri territori come Venezia e Torino sono comunque rimasti esclusi da qualunque ripristino e che la Sicilia dovrebbe accontentarsi. Anzi, coglie l'occasione per avviare una polemica a distanza con l'assessore regionale Russo -assente o comunque non rappresentato al Tavolo da alcun dirigente regionale-  che, in mancanza di un accordo sul ripristino dei , aveva annunciano l'intenzione di dirottare i 53 milioni destinati al rinnovo rotabili verso il trasporto pubblico. Con il piano che oggi ci è stato presentato -prosegue Foti- FS di fatto si tira fuori dalla trattativa e lascia al tavolo di confronto con i sindacati la Angel Service e le imprese di pulizia titolari degli appalti. Congelando ogni altra ipotesi a causa del mancato stanziamento di risorse  aggiuntive da parte del Governo e proponendoci una soluzione che discrimina i nostri lavoratori anche rispetto a quelli di altre aree alle quali sono stati offerti solo contratti full time e la ricollocazione di tutto il personale”.

Anche la Cgil quindi si è rifiutata di firmare un accordo che ritiene penalizzante per i lavoratori siciliani e soprattutto discriminante. “La sola via percorribile è quella dell'apertura di un Tavolo nazionale con il governo per strappare quelle risorse aggiuntive indispensabili sia all'implementazione dell'offerta Treni, sia al conseguente reimpiego dei lavoratori licenziati.  Il Gruppo FS è una società a capitale pubblico e l'azionista e il committente è il Governo. Come abbiamo sempre detto quindi, il soggetto che può e deve intervenire è quest'ultimo, modificando l'atteggiamento di FS verso la Sicilia e destinando risorse al nostro territorio per potenziare l'offerta treni e quindi i livelli occupazionali. Come è stato fatto per la Puglia, chiediamo che si ripristino anche per la Sicilia due treni che garantirebbero sia mobilità che la piena rioccupazione dei nostri lavoratori”.

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