Servirail, i lavoratori siciliani restano al palo

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Una protesta dei lavoratori ex Servirail

Per i 42 ex Servirail di Torino la soluzione è stata individuata, per gli 82 di Messina si continua a registrare un nulla di fatto. Lunedì prossimo si discuteranno gli ultimi accordi e poi i lavoratori torinesi riprenderanno a lavorare. Dopo 8 mesi di occupazione del primo binario della stazione centrale e 40 giorni di presidio del campanile del Duomo, mentre la scadenza del sussidio di disoccupazione è alle porte, i lavoratori messinesi si ritrovano con un pugno di mosche in mano.

A distanza di un mese dalla proposta presentata dal per la loro ricollocazione i sindacati di categoria regionali di Cgil, Cisl e Uil non hanno ancora presentato alcuna richiesta di incontro. “Non si può più tergiversare -dichiara Mariano Massaro, segretario regionale del sindacato Orsa. Solleciteremo un incontro urgente con le FS per chiudere la vertenza, visto che il sussidio di disoccupazione scadrà a settembre. La proposta delle FS è accettabile, in quanto prevede la piena occupazione di tutti i lavoratori in appalti esterni di RFI e Trenitalia già dall'1 settembre e poi, dal primo trimestre 2013, una selezione specifica per il loro inserimento direttamente in RFI.

Non comprendiamo i motivi di questo empasse e reputiamo necessario accelerare l'incontro con i vertici di FS che deve e può essere risolutivo. Per sette mesi questi lavoratori sono diventati l'emblema di una città che può trovare le energie positive per rispondere all'arroganza con cui FS ha portato avanti negli anni un'inesorabile opera di dismissione sulle sponde dello Stretto. Adesso è necessario verificare l'esistenza e la dislocazione sul territorio delle ditte che dovrebbero assumere il personale e garantire la clausola sociale per questi lavoratori affinché non si ripetano analoghe problematiche nel prossimo futuro ed avere al tempo stesso garanzie piene da FS sui criteri di trasparenza per la successiva ricollocazione all'interno del Gruppo Ferrovie dello Stato.

Occorre sanare quella ferita ancora aperta per la città, che ha visto per quaranta giorni questi lavoratori asserragliati sul Campanile del Duomo. Chiudere quella che per Messina si può definire la “vertenza delle vertenze” avrebbe un significato che va ben oltre il pur importante valore occupazionale perché sarebbe un primo segnale di riscatto sociale e civile di un territorio abbandonato, bistrattato e apparentemente rassegnato al proprio destino”.

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