Rom, inizia una nuova vita

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Una festa al Villaggio Fatima
“Viviamo qui da trent'anni, i nostri figli sono più messinesi che altro”. A parlare è Ferizai, 58 anni, manovale e presidente della comunità rom Bakalodrom di Messina. “Siamo stati forti -continua a raccontare- ed abbiamo combattuto tanto. Aspettiamo questo momento da più di vent'anni e finalmente è arrivato. A fine mese abbandoneremo quella che qui è stata la nostra prima casa, il villaggio Fatima. Andremo a vivere in veri e propri appartamenti e questo ha reso felici tutti“. Dopo anni di polemiche, false promesse e discussioni senza fine, il trasferimento della comunità rom dalla Zona Falcata in case degne di questo nome sta diventando una realtà. rom1

“Grazie all'assessore Caroniti, al sindaco Buzzanca, alla responsabile dell'Arci Carmen Cordaro e grazie soprattutto a Dio non siamo soli – continua Ferizai. Parecchie associazioni ci hanno dato una, due ed anche tre mani per andare avanti. Ma è impossibile continuare a vivere al villaggio, con topi di 3 o 4 chili che vanno dappertutto e serpenti e scarafaggi che gironzolano attorno ai nostri figli quando escono dalle roulotte per giocare un po'. E se fossero stati i vostri, di figli?”.

I capi famiglia della comunità rom non hanno una professione vera e propria, ma sanno fare ogni tipo di lavoro che richieda di sporcarsi le mani: carpentieri, operai, manovali, meccanici. Ad intestardirsi nel voler dare loro quello che è un diritto primario, la casa, l'assessore alla Famiglia Dario Caroniti. “Entro la fine del mese, con il loro consenso – spiega- le 14 famiglie del villaggio Fatima si trasferiranno in appartamenti popolari da ristrutturare. “Casa è- e lavora” è il nome del progetto, finanziato dal ministero degli Interni, che durerà 18 mesi. Lavoriamo da due anni per trovare un'adeguata soluzione e sembra che adesso si sia giunta alle conclusioni. L'iniziativa, detta di “autocostruzione”, prevede la ristrutturazione degli immobili. Il lavoro sarà affidato agli uomini ed ai ragazzi, che seguiranno un corso di 3 mesi per imparare qualcosa in più, collaborando anche con maestranze locali. Per le donne, non potendo fare le operaie visto che qui non abbiamo industrie, sono previsti dei corsi di altro genere in convenzione con i partenariati delle scuole. Il progetto è stato talmente apprezzato dal ministero delle Politiche sociali, da diventare un progetto pilota”.

L'iniziativa ha suscitato non poche polemiche. Non solo tra chi teme la convivenza con i rom, ma anche con chi ritiene di essere stato scavalcato nell'assegnazione degli appartamenti. “Prima pensate a noi italiani e poi agli stranieri, a questi zingari“ è il ritornello ripetuto invano. Ma l'amministrazione non molla e va avanti. Il Comune ha avuto a disposizione solo un cofinanziamento in servizi, visto che i fondi sono europei e sono destinati ad attività sociali. Dei 180 mila euro messi a disposizione del ministero, neanche un euro è stato sottratto ai baraccati messinesi. Del resto, la popolazione rom è tutelata dalla legislazione europea con una serie di provvedimenti, mettendoli così al riparo da una inutile guerra tra poveri.

A lavorare al progetto anche associazioni come la Caritas Migrantes, l'Arci ed i City Angels, che provvedono a fornire il cibo, oltre a 4 esperti a titolo gratuito (Carmelo Lembo, Flavio Corpina, Silvia Giambadaro e Pasquale Russo) e ad un gruppo di tirocinanti universitari”.

E viste le reazioni che ci sono state tutte le volte che le aree individuate per il trasferimento sono state rese pubbliche, le zone dove andranno a vivere le famiglie a gruppi di due per il momento sono top secret. “Non vogliamo ricevere minacce -spiega ancora Ferizai- ne abbiamo viste fin troppe ed abbiamo paura. Non diremo dove andremo a vivere”.
Intanto al villaggio Fatima c'è chi teme che si arrivi alla fine del mese senza che nulla sia cambiato. “Ci avevano detto che saremmo andati via l'1 marzo e invece siamo ancora qui – racconta una mamma del campo, 54 anni, che lavora come donna delle pulizie. Non credo tanto alle promesse fatte. Andranno via le famiglie con figli minorenni e noi vecchi dove andremo? A mare? Voglio rimanere qui e se mi permetteranno di fare la casa qui, la farò. Vogliono che facciamo la fine della comunità rom di Roma, così anche i nostri figli finiranno bruciati. Se non avessi avuto le mie amiche sarei diventata una vagabonda, l'aiuto di Dio è l'unico che ricevo”.

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