Rigoletto, dopo quello del Maestro Fogliani arrivano altri 3 no

Il presidente Crocetta con le sarte del Vittorio Emanuele

Visto che sembra la trama di una telenovela (e neanche di quelle migliori, ammesso che ce ne siano) dovrebbe essere trasmessa dalla televisione. Invece no. Da diversi anni la città assiste ad una storia di ordinaria follia ed il palcoscenico è quello del Vittorio Emanuele.

L'ultimo coup de théatre è l'abbandono del maestro Nino Fogliani, che avrebbe dovuto dirigere il Rigoletto il 19 marzo prossimo. Al suo rifiuto ne sono seguiti altri tre (Carlo Palleschi, Salvatore Percacciolo e Vittorio Parisi) e siamo a 5 giorni dall'inizio delle prove, fissate per il 7 marzo.

Due giorni fa Fogliani ha inviato una lettera durissima ai vertici dell'Ente Teatro nella quale li accusa, in buona sostanza, di non amare abbastanza la musica e la cultura (oltre che di non rispettare gli orchestrali) elencando tutta una serie di avvenimenti che hanno dell'incredibile, compresa la necessità di farsi prestare gli spartiti per il Rigoletto dal Teatro Verdi di Trieste visto che ormai nessuno fa più credito al Vittorio Emanuele.

Tempo mezza giornata e arriva la piccata replica del Consiglio di Amministrazione, che respinge le accuse al mittente, ribadendo inoltre per l'ennesima volta, nel caso in cui qualcuno fosse riuscito a dimenticarlo, che avendo presentato il Bilancio Consuntivo 2010 il 7 dicembre scorso, quindi con solo due anni di ritardo rispetto a quanto previsto, “tuttavia ancora la Regione non ha provveduto al versamento né della seconda semestralità del 2011 né le anticipazioni dovute per il 2013. Adesso, quindi, la responsabilità è della Regione”.

Da notare che quando a Messina le cose vanno male (Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fiera, giusto per citare qualche ente locale) la colpa è sempre della Regione. Tanto, chi governa è a e non ci fila neanche per sbaglio e qui in riva allo Stretto si può sempre fare la piccola fiammiferaia, sicuri che nessuno ci richiamerà alle nostre responsabilità. Ma andiamo avanti.

Poi questa mattina presto arrivano anche le dichiarazioni del direttore della Sezione Musica Lorenzo Genitori, che nega con veemenza tutte le accuse che gli sono state mosse da Fogliani. Per chi ne avesse tempo e voglia, può leggere gli articoli che abbiamo pubblicato sull'argomento negli ultimi due giorni. Da sottolineare però, che rinunciando a dirigere il Rigoletto, Fogliani ha anche detto no a 12 mila euro di compenso. Che non è certo poco neanche per un direttore d'orchestra del suo livello e che dovrebbe dare la misura dello scontro che si è consumato.

Poi arriva la nota dei sindacati, che fino a questo momento non erano intervenuti. “Per correttezza e per rispetto dei ruoli -scrivono i segretari generali di SLC Cgil Pippo Di Guardo, di UilCom Uil Antonio Di Guardo, di Fials Cisal Corrado Tavilla e del Osvaldo Smiroldo- intendiamo precisare che mai questi sindacati hanno inteso entrare nel merito delle questioni e delle scelte artistiche del teatro. Altrettanto, a nostra memoria, mai si era verificato che un professionista del calibro del Maestro Fogliani, serio ed artisticamente appezzato in tutti i teatri del mondo, declinasse un incarico per le motivazioni che ha inteso esternare.

Se a tutto ciò si aggiunge che altri quattro direttori d'orchestra contattati per sostituire il Maestro Fogliani hanno declinato l'incarico, si può facilmente e tristemente comprendere quale immagine negativa il teatro dia nello scenario artistico nazionale e non solo. Fino ad oggi erano palesemente emerse le incapacità gestionali ed amministrative del gruppo dirigente dell'Ente Teatro. Adesso la polvere nascosta per anni sotto il tappeto, anche per la direzione artistico-musicale, è finalmente venuta fuori in tutta la sua drammaticità.

Non possiamo più assistere, in silenzio, allo sfascio dell'unico vero e storico polo culturale della città. Non possiamo più accettare la raffazzonata gestione del quotidiano”.

Ma il j'accuse del sindacato non finisce qui. Perché sul tappeto ci sono ancora parecchie altre questioni irrisolte. A partire dal Bilancio di Previsione 2013, che avrebbe dovuto essere redatto entro il 31 ottobre dell'anno scorso e del quale non c'è ancora traccia (così come dei Bilanci del 2011 e del 2012 del resto) e dal mancato versamento non solo dei contributi previdenziali a carico dell'Ente, ma anche di quelli già trattenuti dalle buste paga dei lavoratori e, secondo le accuse di SLC Cgil, UilCom Uil, Fials Cisal e Sadirs, “trattenuti indebitamente dall'Ente per destinarli ad altro, fino ai pagamenti effettuati in questi mesi alle ditte fornitrici, che non avvengono attraverso un ordine temporale di fatturazione, ma secondo criteri discrezionali che nulla hanno di obiettività oggettiva”.

Per i sindacati però, ci sono anche consulenti senza stipendio da maggio 2012 “mentre il Sovrintendente Magaudda ha di recente disposto il pagamento delle sue quattro mensilità per allineare le proprie spettanze al mese di dicembre 2012. Potremmo aggiungere tanto altro, come il mancato rispetto degli accordi sottoscritti con noi, come  quello che regola l'orario di lavoro dei professori d'orchestra e che certamente farà scaturire un giudiziale. I lavoratori ed i sindacati aspettano adesso, più di prima, che il presidente Crocetta onori l'impegno preso pubblicamente a Messina circa l'intenzione di risolvere l'annosa questione del Vittorio Emanuele”.

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